Come la levitazione magnetica potrebbe aiutare a diagnosticare il tumore del pancreas

Ultimo aggiornamento: 18 gennaio 2022

Quando si pensa alla levitazione magnetica vengono in mente treni capaci di velocità elevatissime. Tuttavia, un’equipe di scienziati ha utilizzato questa tecnologia per aprire la strada alla diagnosi precoce del tumore del pancreas, grazie al supporto del Consorzio Centro-Europeo di Infrastrutture di Ricerca (CERIC-ERIC) con sede a Trieste. “Il tumore del pancreas è particolarmente subdolo e letale, al punto che nel 90% dei casi viene diagnosticato quando è già in fase avanzata. Pur essendo una malattia rara, la sua diffusione è in aumento e secondo alcune stime potrebbe diventare la seconda causa di morte per tumore nel prossimo decennio, grazie anche al miglioramento delle terapie per altri tumori più comuni. Sviluppare un test efficace per la diagnosi precoce è un passo necessario per ridurne la letalità” afferma la professoressa Daniela Pozzi, responsabile dello studio e cofondatrice insieme al Prof. Giulio Caracciolo del NanoDelivery Lab dell’Università “La Sapienza” di Roma.

 

I risultati della ricerca, sostenuta da Fondazione AIRC, sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Cancers. Il nuovo metodo di diagnosi prevede l’impiego di nanoparticelle di ossido di grafene che interagiscono con il plasma umano ricavato da un comune prelievo di sangue. Le proteine contenute nel plasma tendono a ricoprire spontaneamente le nanoparticelle, formando una sorta di nuvola attorno a esse. La composizione di questa nuvola, chiamata corona proteica, dipende da vari fattori che possono riflettere lo stato di salute della persona che si sottopone all’esame. Le nanoparticelle vengono quindi immesse in un campo magnetico, dove fluttuano secondo uno schema che dipende dalla composizione della corona proteica. In questo modo si può rilevare la presenza di biomarcatori specifici per il tumore al pancreas.

 

I dettagli su come le nanoparticelle interagiscono con le proteine del plasma umano sono stati ricavati grazie a esperimenti basati sui raggi X ed eseguiti presso la linea di luce SAXS dell’Università Tecnica di Graz (Austria), sita presso il sincrotrone Elettra di Trieste. Gli scienziati hanno ottenuto l’accesso gratuito alla strumentazione grazie a un bando promosso da CERIC- ERIC, di cui l’Università Tecnica di Graz ed Elettra Sincrotrone sono partner rispettivamente in Austria e in Italia. “Sebbene si tratti di test preliminari, i risultati sono molto incoraggianti e, se confermati in studi preclinici e clinici più ampi, permetterebbero la diagnosi precoce di un tumore altamente letale e spesso silente nelle fasi iniziali” conclude la professoressa Pozzi.