Cancro del colon: un team dell’Istituto Superiore di Sanità scopre cellule dormienti ultraresistenti alle terapie

Ultimo aggiornamento: 28 agosto 2020

I risultati della ricerca sono stati pubblicati oggi sulla rivista Journal of Experimental and Clinical Cancer Research

 

Un contributo fondamentale per comprendere i meccanismi di resistenza alle terapie antitumorali è stato fornito da un team di ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità coordinato dalla dottoressa Ann Zeuner del Dipartimento di Oncologia e Medicina Molecolare.

Lo studio, reso possibile grazie al sostegno di Fondazione AIRC , descrive la scoperta nei tumori del colon di una piccola popolazione di cellule in stato di “dormienza” o “quiescenza”. Diversamente dalla maggioranza delle cellule tumorali, le cellule quiescenti non si moltiplicano attivamente ma sono caratterizzate da un maggiore potenziale cancerogeno (o staminalità tumorale) e di un’aumentata resistenza alle terapie. Questa scoperta aggiunge un importante tassello alle conoscenze sulla chemioresistenza e sulle cellule staminali tumorali, che rappresentano un bersaglio cruciale nella lotta ai tumori.

“Le cellule tumorali quiescenti si possono paragonare ai semi delle piante, in quanto possono rimanere inattive a lungo e resistere a condizioni ambientali avverse per poi risvegliarsi e rigenerare un tumore a distanza di molti anni – dice Ann Zeuner, coordinatrice dello studio – Per questo è molto importante studiarle e capire i loro punti deboli, in modo da eliminarle mentre si trovano nello stato dormiente o almeno impedire loro di risvegliarsi”.

Identificare le cellule dormienti e i loro meccanismi di sopravvivenza è un passo importante per sviluppare terapie più efficaci per il tumore del colon-retto, che colpisce circa cinquantamila italiani ogni anno (un uomo su 13 e una donna su 21, dati AIRTUM) e rappresenta uno dei big killer insieme ai tumori del polmone e della mammella.

Il laboratorio della dottoressa Zeuner all’Istituto Superiore di Sanità lavora da oltre dieci anni sulle cellule staminali tumorali con il prezioso sostegno delle ricercatrici Federica Francescangeli, Maria Laura De Angelis e Marta Baiocchi e dei collaboratori Prof. Vito D’Andrea e Filippo La Torre (Università La Sapienza) e Ruggero De Maria (Università Cattolica del Sacro Cuore).