Scoprire che cosa provoca un tumore (o almeno che cosa aumenta il rischio individuale di ammalarsi) ci permette di agire per evitare che la malattia si manifesti. Per questo dobbiamo conoscere la storia della malattia fin dai suoi esordi, quando compaiono i primi danni al DNA, il che può avvenire anche anni prima che si presentino i sintomi.
Se non è stato possibile prevenirne la comparsa, occorre anche diagnosticare precocemente il tumore per poterlo curare più efficacemente. La tempestività non sempre basta, serve anche una diagnosi accurata, che identifichi tutte le caratteristiche genetiche e molecolari. In questo modo si può scegliere una terapia più efficace e mirata.
Vediamo quali sono i fattori di rischio sui quali possiamo agire e quelli sui quali non abbiamo potere, e quali gli strumenti che gli scienziati stanno sviluppando per scovare i tumori prima che possano fare danni irreversibili.
Secondo uno studio coordinato da Stefano Indraccolo dell'Istituto oncologico veneto, i pazienti con recidiva di glioblastoma positivi per la molecola pACC mostrano un aumento mediano di sopravvivenza di oltre nove mesi quando trattati con regorafenib rispetto ai cinque mesi se trattati con il farmaco standard lomustina.