L’helicobacter pylori è nemico o alleato?

L'infezione nella maggior parte dei casi non provoca sintomi e passa inosservata. In diverse parti dello stomaco però può favorire o, viceversa, ostacolare lo sviluppo dei tumori.

Helicobacter pylori è un batterio estremamente diffuso nella popolazione, generalmente contratto da bambini e per lo più innocuo. Dati dell’Istituto superiore di sanità stimano che Helicobacter pylori sia presente nello stomaco di circa 25 milioni di italiani. Nella maggior parte delle persone l’infezione non provoca sintomi, ma in alcuni casi può manifestarsi una sintomatologia costituita principalmente da bruciore e dolore addominale, e a volte anche da nausea, vomito e gonfiore. Occasionalmente può dare origine a gastriti, ulcere e aumentare il rischio di alcuni tumori. A volte una cura antibiotica è in grado di eliminarlo. Tuttavia il batterio si trasmette facilmente, per esempio attraverso l’acqua e gli alimenti, soprattutto in condizioni igieniche scarse, per cui è possibile che l’infezione possa verificarsi di nuovo.

Helicobacter pylori: un capitolo interessante nella storia della medicina

Pur essendo così diffuso nella popolazione, la sua presenza è stata notata solo negli anni Ottanta. Prima di allora si riteneva che l’ambiente dello stomaco fosse troppo acido perché potessero sopravvivere dei germi. Ma H. pylori ha trovato il modo di farlo, anche in quest’organo così ostile, riducendo l’acidità presente nello stomaco ed eludendo la risposta immunitaria dell’ospite. Nell'ambiente gastrico sopravvive infatti grazie a un enzima, l’ureasi, che fa aumentare il pH circostante rendendolo meno acido. Inoltre la particolare conformazione a elica, da cui prende il nome, gli consente di penetrare lo strato mucoso più esterno e di ancorarsi a quello che ricopre la parete interna dello stomaco, dove l’acidità è inferiore.

Quando H. pylori fu individuato in tessuti gastrici provenienti da interventi chirurgici o da gastroscopie, si pensò si trattasse di un errore o una contaminazione. Solo i ricercatori australiani Barry Marshall e Robin Warren presero in considerazione l’ipotesi che questo batterio si trovasse effettivamente nell’apparato gastrico e approfondirono gli studi. Lo battezzarono H. pylori per la sua forma a spirale e per la sede preferita: il piloro, ossia il punto di passaggio dallo stomaco all'intestino.

Tuttavia il ruolo del batterio nello sviluppo dell’ulcera gastrica rimaneva dubbio e controverso, e pochi medici erano disposti a credervi. Anche gli interessi dell’industria che produceva farmaci contro l’acidità di stomaco ha verosimilmente avuto un ruolo nella resistenza diffusa contro l’ipotesi che il batterio fosse la causa dell’ulcera. Così Marshall, frustrato dall’incredulità della maggior parte dei colleghi, si infettò bevendo il brodo di una coltura batterica, quindi si ammalò di gastrite, isolò il batterio dalla sua ulcera e guarì con una banale terapia antibiotica. La sua tenacia fu ricompensata nel 2005 con il premio Nobel per la fisiologia o la medicina. Restava da dimostrare il legame tra l’ulcera, provocata dal batterio, e il cancro. Il ruolo di H. pylori nello sviluppo dei tumori dello stomaco fu stabilito nel 1994, quando l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro di Lione (IARC) lo incluse tra gli agenti cancerogeni.

Stomaco ed Helicobacter pylori: una relazione complicata

L’infezione con H. pylori può portare allo sviluppo di ulcere gastriche o duodenali, per le quali il batterio è ritenuto responsabile nella grande maggioranza dei casi. Inoltre a lungo termine l’infezione può favorire lo sviluppo di tumori dello stomaco, aumentandone fino a circa 6 volte il rischio relativo, rispetto a chi non ha contratto l’infezione. Il legame tra batterio e tumori richiede ancora qualche approfondimento. Se infatti è riconosciuto come un chiaro fattore di rischio per alcune neoplasie dello stomaco, per altre, soprattutto localizzate nella parte più alta dell’organo, la relazione rimane dubbia. In particolare i risultati di alcuni studi hanno dimostrato che il batterio aumenta il rischio di tumori a livello del cardias, l’orifizio attraverso il quale l’esofago sbocca e si immette nello stomaco. In altri studi invece si è osservato un ruolo protettivo del batterio in queste sedi.

Il motivo avrebbe a che fare, come spiegano dal National Cancer Institute (NCI), con la capacità di H. pylori di ridurre l'acidità dei succhi gastrici, cioè delle secrezioni prodotte dallo stomaco.

Anche l’andamento del numero di casi di tumore allo stomaco nel mondo confermerebbe il duplice e opposto ruolo del batterio. Globalmente, infatti, la frequenza di questo tipo di cancro si è ridotta, continua ancora il NCI, ma con differenze tra le due principali forme della malattia.

Da un lato diminuiscono i casi di cancro non riguardanti il cardias, soprattutto nelle nazioni economicamente avanzate, forse anche grazie al miglioramento delle condizioni igieniche e alimentari, all'introduzione dei test per la ricerca dell’H. pylori e della terapia antibiotica. Dall'altro aumentano i tumori localizzati al cardias e gli adenocarcinomi esofagei. Più in generale oggi si tende a credere che alcune forme di tumori dello stomaco siano strettamente associate all’infezione da H. pylori, per altre invece, quelle delle zone a ridosso del cardias, i fattori di rischio principali sembrano essere il reflusso gastroesofageo e l’obesità.

L'infezione è stata poi chiamata in causa anche per altre forme di cancro, come il linfoma MALT, una rara forma di tumore che colpisce le cellule del sistema immunitario e interessa la parete dello stomaco.

Helicobacter e cancro

Il possibile meccanismo con cui il batterio provocherebbe il cancro sembra mediato principalmente dall’infiammazione e dai danni ai tessuti associati all’infezione. Vi sarebbe poi anche l’azione diretta di alcune sostanze prodotte dal batterio, come la tossina CagA (Cytotoxin-associated Gene A), in grado di favorire la trasformazione tumorale.

L'infezione da H. pylori è considerata un importante fattore di rischio per lo sviluppo di cancro dello stomaco, ma l’associazione tra la presenza del batterio e lo sviluppo della malattia è complessa e può dipendere anche da altri fattori, tra cui la parte dell’organo considerata.

Anche altri fattori di rischio per il tumore dello stomaco non sono da trascurare, soprattutto quelli che si possono evitare o ridurre modificando le abitudini. Come per altre forme di tumore è prima di tutto fondamentale non fumare. Nella scelta dei cibi poi va evitato il consumo eccessivo di sale, salumi e carni affumicate e va invece privilegiato quello di frutta e verdura.

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  • Articolo pubblicato il:

    22 marzo 2023