Infiammazione, tumori e immunoterapie

L’infiammazione è un meccanismo di difesa messo in atto dal sistema immunitario per proteggere l’organismo in seguito a un’infezione o a un danno.

Ultimo aggiornamento: 9 dicembre 2025

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Infiammazione e cancro

L’infiammazione è un meccanismo di difesa con cui il sistema immunitario protegge l’organismo in seguito a un’infezione o a un danno tessutale e allo stesso tempo dà il via ai processi di eliminazione dei patogeni e di riparazione dei tessuti lesi. Tra infiammazione e cancro esiste una stretta relazione e il primo a suggerirne l’esistenza, già alla fine del XIX secolo, fu il patologo tedesco Rudolf Virchow. Osservando che nei tumori erano presenti cellule del sistema immunitario, egli ipotizzò che i tumori insorgessero in siti d’infiammazione. Studi successivi hanno confermato che nel microambiente del tumore sono presenti sia cellule del sistema immunitario, come i globuli bianchi o linfociti, sia molecole prodotte nelle risposte infiammatorie a un’infezione o un danno in un tessuto, tra cui molte proteine che appartengono alla famiglia delle citochine. Inoltre, studi sui meccanismi che legano in maniera causale l’infiammazione al cancro hanno definitivamente confermato il ruolo determinante di quest’ultima nell’oncogenesi, al punto che l’infiammazione è stata inserita tra le caratteristiche comuni a tutti i tumori (i cosiddetti “hallmarks).

In particolare, l’infiammazione può favorire l’insorgenza di certi tipi di tumore. L’infiammazione cronica può essere provocata da alcuni agenti patogeni come i virus dell’epatite B (HBV) e C (HCV), il papillomavirus (HPV) e il batterio Helicobacter pylori, o da patologie croniche, come il morbo di Crohn e la colite ulcerosa. Le molecole prodotte dalle cellule in seguito allo stimolo infiammatorio possono contribuire a sostenere la trasformazione neoplastica e promuovere la crescita del tumore. Per esempio, le specie reattive dell’ossigeno possono danneggiare direttamente il DNA, mentre le citochine possono favorire la proliferazione e la sopravvivenza delle cellule trasformate. Altre citochine promuovono l’angiogenesi, ovvero la formazione di nuovi vasi sanguigni, necessari al tumore per ottenere le sostanze nutritive, o la metastatizzazione, cioè la diffusione del tumore ad altri organi.

Il sistema immunitario e il cancro

Il sistema immunitario è in grado di riconoscere le situazioni di pericolo per l’organismo, inclusa la presenza di cellule anomale come quelle tumorali. Tale attività, di immunosorveglianza, coinvolge diversi tipi di globuli bianchi, inclusi i macrofagi, le cellule dendritiche, i linfociti T e B e le cellule natural killer (NK).

Se qualche cellula che ha subito la trasformazione neoplastica sfugge all’immuno-sorveglianza, comincia a proliferare e può dare origine a una massa tumorale. A sua volta il tumore attiva vari meccanismi, detti in gergo di immuno-evasione, con cui impedisce al sistema immunitario di riconoscerlo, attaccarlo e distruggerlo. La capacità di evitare il riconoscimento da parte del sistema immunitario è stata inserita tra le caratteristiche comuni a tutti i tipi di cancro. I tumori possono per esempio fare in modo che molecole espresse solo sulle cellule tumorali, gliantigeni tumorali, non siano riconosciute dal sistema immunitario. Un’altra tattica di autodifesa consiste nell’ostacolare la corretta attivazione delle cellule immunitarie. Una delle modalità utilizzate a questo scopo, anche se non l’unica, coinvolge i cosiddetti checkpoint immunitari. Si tratta di molecole presenti sulla superficie dei globuli bianchi che fungono da “interruttori”. In condizioni normali tali interruttori frenano l’infiammazione e più in generale le reazioni del sistema immunitario, evitando che queste diventino eccessive o persistano quando non sono più necessarie. Le cellule tumorali sfruttano la presenza di questi interruttori, impedendo ai globuli bianchi di attivarsi. Attraverso la produzione di alcune molecole, tra cui citochine con attività antinfiammatoria, il tumore fa poi in modo che si crei un microambiente immunosoppressivo, ostile alle risposte antitumorali. In queste condizioni, non solo i globuli bianchi non aggrediscono il tumore, ma ne favoriscono persino la crescita e la diffusione.

Dato che il sistema immunitario possiede il potenziale per distruggere i tumori, i ricercatori stanno dedicando molti studi all’identificazione di strategie in grado di contrastare i meccanismi con cui il tumore sfugge ai suoi numerosi controlli. Inoltre, cercano di potenziare la risposta antitumorale dei globuli bianchi. Un esempio importante di questo approccio sono le diverse forme di immunoterapia oncologica e in particolare gli inibitori dei checkpoint immunitari, che stanno rivoluzionando il trattamento di diversi tipi di tumori ritenuti finora incurabili.

Autore originale: Agenzia Zoe

Revisione di Sofia Corradin in data 9/12/2025

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