È vero che i campi elettromagnetici aumentano la probabilità che insorga il cancro?

No, non ci sono attualmente prove scientifiche sufficienti a sostenere un rapporto diretto di causa ed effetto tra l’esposizione a campi elettromagnetici e il cancro, ma la comunità scientifica concorda sul fatto che sono necessari ulteriori studi.

Ultimo aggiornamento: 7 novembre 2025

Tempo di lettura: 7 minuti

In sintesi

  • I campi elettromagnetici sono presenti ovunque nell'ambiente, generati sia da sorgenti naturali (elettricità nell'atmosfera e campo magnetico terrestre), sia da sorgenti artificiali come elettrodomestici, radio, televisioni, telefoni cellulari e dispositivi medicali.
  • Il principale effetto biologico della penetrazione delle onde elettromagnetiche nel corpo umano è il riscaldamento. Tuttavia, i livelli a cui siamo normalmente esposti sono troppo bassi per causare un riscaldamento apprezzabile. Attualmente non sono noti effetti sulla salute causati dall'esposizione a lungo termine.
  • Gli studi epidemiologici e sperimentali condotti finora non hanno ancora mostrato associazioni significative tra l'esposizione a campi magnetici e un aumento dell’insorgenza di cancro in bambini e adulti.
  • Fanno eccezione i risultati di alcuni studi di laboratorio che hanno mostrato un aumento del rischio di Schwannoma cardiaco, un tumore del cuore, dopo l’esposizione a radiofrequenze simili a quelle cui siamo quotidianamente esposti nell’

Che cosa sono i campi elettromagnetici?

I campi elettromagnetici sono dati dall'insieme di un campo elettrico e uno magnetico.

Un campo elettrico è dato da una differenza di potenziale o tensione che per esempio spinge gli elettroni a muoversi lungo un cavo. All’aumentare della tensione il campo elettrico aumenta la propria forza. I campi elettrici si misurano in volt per metro (V/m).

Un campo magnetico si genera col movimento di flussi di elettroni, cioè col passaggio di corrente elettrica attraverso fili o dispositivi elettrici, e aumenta d’intensità all’aumentare della corrente. La forza di un campo magnetico diminuisce rapidamente con l’aumentare della distanza dalla sorgente. I campi magnetici sono misurati in microtesla (μT, o milionesimi di un tesla).

I campi elettrici vengono prodotti indipendentemente dal fatto che un dispositivo sia acceso o meno, mentre i campi magnetici vengono prodotti solo quando passa la corrente, il che di solito richiede l’accensione di un dispositivo. Le linee elettriche producono continuamente campi magnetici perché la corrente passa sempre attraverso di loro. I campi elettrici sono facilmente schermati o indeboliti da muri e altri oggetti, mentre i campi magnetici possono passare attraverso edifici, esseri viventi e la maggior parte dei materiali.

I campi elettrici e magnetici insieme sono indicati come campi elettromagnetici e sono presenti ovunque nell'ambiente. Per esempio, le particelle cariche che si accumulano nell'atmosfera dopo i temporali generano campi elettrici, mentre la Terra possiede un proprio campo magnetico. Accanto alle sorgenti naturali ne esistono anche molte artificiali: televisori e schermi di computer e altri dispositivi elettronici, forni a microonde, telefoni cellulari, rasoi elettrici, asciugacapelli e alcuni macchinari sanitari come gli apparecchi per radiografie, TC e risonanze magnetiche. I campi elettromagnetici si classificano in base alla frequenza misurata in hertz, ovvero al numero di onde che si propagano in un secondo. Abbiamo così:

  • campi a frequenza estremamente bassa (fino a 300 hertz), per esempio generati dai dispositivi elettrici presenti nelle nostre case;
  • campi a frequenza intermedia (tra 300 hertz e 10 megahertz), ad esempio generati dai computer;
  • campi a radiofrequenza (da 10 megahertz a 30 gigahertz), come quelli prodotti da radio, televisione, antenne per la telefonia cellulare e forni a microonde.

Da che cosa è nata l'ipotesi che i campi elettromagnetici possano provocare il cancro?

È provato che i campi elettromagnetici interagiscono con i tessuti biologici. L'interazione è tanto più potente quanto più ci si trova vicini alla sorgente e varia in base alla frequenza. Il principale effetto dei campi elettromagnetici, soprattutto quelli a radiofrequenza, sul corpo umano è il riscaldamento. Si tratta dello stesso principio sfruttato nei forni a microonde per riscaldare i cibi. Tuttavia, i livelli ai quali siamo normalmente esposti, per esempio mentre guardiamo la televisione o utilizziamo il computer, sono molto inferiori ai valori richiesti per produrre un riscaldamento misurabile. La legge italiana, inoltre, prevede limiti di esposizione che sono molto al di sotto di questi valori soglia. Se questi limiti vengono rispettati, non vi sono prove scientifiche di rischi per la salute.

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Che cosa dicono gli studi di correlazione tra esposizione a campi elettromagnetici e insorgenza di cancro?

L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza (CRF) come cancerogeni di gruppo 2B, ovvero come possibilmente cancerogeni per gli esseri umani. Fanno parte di questo gruppo agenti e sostanze per i quali vi è una limitata prova di cancerogenicità negli esseri umani e un'insufficiente prova di cancerogenicità in animali di laboratorio.

Quali studi sono disponibili sull'argomento?

Sono stati pubblicati i risultati di numerosi studi epidemiologici e di laboratorio, il cui scopo era valutare la possibile associazione tra l'esposizione ai campi magnetici e diversi tipi di tumore, per esempio leucemie, tumori cerebrali e tumori al seno. Nella maggior parte di questi studi non sono emersi risultati per cui sia possibile stabilire una chiara associazione tra i due fenomeni, né in ambiente domestico né lavorativo. Gli scienziati stanno inoltre studiando se possa esistere una correlazione tra esposizione a campi elettromagnetici e insorgenza di cancro a lungo termine. In questo contesto vale la pena ricordare i risultati di alcuni studi condotti con animali di laboratorio, nei quali è emersa un’associazione significativa tra esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza e sviluppo di alcuni tipi di tumore.

I dati raccolti in studi condotti da ricercatori del National Toxicology Program (NTP) statunitense hanno dimostrato l’associazione tra esposizione per 2 anni a campi elettromagnetici a radiofrequenza, simili a quelli emessi dai cellulari, e un lieve aumento di gliomi (tumori cerebrali maligni) e Schwannomi del cuore nei ratti maschi. Non è tuttavia possibile estendere i risultati anche agli esseri umani perché le esposizioni ai campi elettromagnetici utilizzati nello studio sono molto diverse da quelle che si verificano nella vita quotidiana. Vale inoltre la pena sottolineare che questi dati sono attualmente disponibili solo sotto forma di 2 rapporti tecnici sul sito del NTP.

In uno studio guidato dai ricercatori dell’Istituto Ramazzini di Bologna, gli scienziati hanno descritto gli effetti in animali di laboratorio dell’esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza simili a quelli ambientali che tutti sperimentiamo nella vita quotidiana, generati dai ripetitori dei telefoni cellulari. In questo caso gli autori hanno seguito per tutta la vita circa 2.500 roditori esposti a tali campi elettromagnetici, constatando l’aumento significativo di Schwannomi del cuore nei ratti maschi. Sono aumentati anche i gliomi e l’iperplasia di Schwann, ma in modo non significativo dal punto di vista statistico. Sulla base di questi risultati gli autori hanno suggerito ulteriori ricerche e una nuova valutazione da parte della IARC sul legame tra campi elettromagnetici a radiofrequenza e insorgenza di tumori.

È vero che l'esposizione a campi magnetici provoca un maggior rischio di tumore nei bambini?

I tumori più diffusi in età pediatrica sono le leucemie e i tumori al cervello. Molti studi sono stati condotti a questo proposito a partire dal 1979, ma i risultati ottenuti non sono stati sempre concordi.

In uno studio condotto dal National Cancer Institute e dal Children Oncology Group, i ricercatori hanno valutato se l'utilizzo di apparecchiature elettriche domestiche da parte delle madri in gravidanza potesse aumentare il rischio di leucemia nei nascituri. I risultati ottenuti non hanno mostrato un rapporto di causa ed effetto.

In un'altra indagine del National Cancer Institute, gli scienziati hanno concluso che non vi è correlazione tra l'insorgenza di leucemia linfoblastica acuta infantile e l'esposizione domestica a campi elettromagnetici inferiori a 0,4 microtesla. Il rischio di leucemia infantile raddoppia invece in caso di esposizioni a campi elettromagnetici di intensità superiore ai 0,4 microtesla, ma è una situazione che raramente si verifica nella vita quotidiana, a meno che una famiglia non abiti proprio sotto un traliccio dell'alta tensione, come può accadere in alcune zone rurali degli Stati Uniti.

I risultati di uno studio canadese hanno invece individuato un’associazione tra l'esposizione sul lavoro di donne in gravidanza e un maggior rischio di leucemia infantile nei figli. Ulteriori studi in altre popolazioni sono tuttavia necessari per comprendere se il nesso di causa ed effetto si conferma in tutte le situazioni. In uno di questi studi, il MOBI-KIDS, sono state coinvolte popolazioni di 14 Paesi con l’obiettivo di valutare la relazione tra esposizione a radiofrequenze che derivano da tecnologie di comunicazione come i telefoni cellulari e il rischio di tumori cerebrali in bambini e giovani adulti.

In generale i ricercatori concordano sul fatto che attualmente non ci sono prove convincenti su una correlazione diretta tra tumori infantili ed esposizioni a campi elettromagnetici.

L'uso dei cellulari può aumentare il rischio di tumori della testa e del collo?

A ottobre 2012 la Corte di cassazione ha riconosciuto una pensione di invalidità al manager Innocente Marcolini. Secondo la sentenza, il tumore benigno al nervo trigemino di cui soffriva il manager era attribuibile a un uso eccessivo del cellulare (5-6 ore al giorno per oltre 10 anni). Si tratta della prima sentenza in Italia in cui è stato considerato un nesso di causalità tra un uso intensivo del cellulare e un tumore.

Una sentenza non costituisce, però, una prova scientifica. Molti esperti hanno infatti ribadito che tale sentenza non trova solida giustificazione nelle evidenze scientifiche disponibili al momento, poiché non esistono prove di un nesso di causa ed effetto tra l'uso dei cellulari e i tumori del collo e della testa, tra cui quello al nervo trigemino. Inoltre, la IARC considera limitato il grado di correlazione tra l'utilizzo intensivo di telefoni cellulari e lo sviluppo di tumori cerebrali come gliomi o neurinomi acustici, mentre lo considera inadeguato, cioè non dimostrato scientificamente, per tutti gli altri tipi di cancro.

È sicura la tecnologia 5G?

Negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione per gli effetti sulla salute del 5G, l'ultima tecnologia di comunicazione wireless mobile.

Questa tecnologia si differenzia dalle precedenti soprattutto per l’utilizzo di frequenze più alte e di un maggior numero di dispositivi a bassa potenza per trasmettere il segnale. Si tratta di cambiamenti importanti, ma non di novità assolute. Le frequenze più alte, sebbene rappresentino una novità per le reti di telefonia mobile, sono infatti usate in altre applicazioni, come per esempio alcuni tipi di collegamenti radio o nei body-scanner per i controlli di sicurezza. Il maggior numero di stazioni per trasmettere il segnale potrebbe influire più sulla variabilità che sulla quantità complessiva dell’esposizione alle frequenze.

Negli ultimi anni sono state compiute molte valutazioni del rischio derivanti dall’adozione di queste nuove tecnologie, nella maggior parte delle quali non hanno ravvisato gravi elementi di preoccupazione. Hanno tuttavia segnalato la carenza di dati che consentano di giungere a conclusioni affidabili.

In molti Paesi del mondo si sta cercando di colmare queste lacune. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) è un organismo intergovernativo, parte dell’Organizzazione mondiale della sanità, il cui compito principale è la valutazione e la classificazione dei potenziali agenti cancerogeni. Per questo la IARC è tra i membri di un consorzio sostenuto dall’Unione europea e dalla Svizzera, il cui scopo è proprio studiare gli effetti della tecnologia 5G sulla salute. I risultati dello studio, che dovrebbe concludersi entro il 2025, forniranno i dati necessari a una successiva valutazione del rischio da parte della IARC.

In conclusione

I campi elettromagnetici sono generati sia da sorgenti naturali sia da apparecchi di uso comune e, di conseguenza, ne siamo costantemente esposti. Le onde elettromagnetiche penetrano nel corpo umano e possono causare riscaldamento dei tessuti. Tuttavia, i livelli a cui ne siamo normalmente esposti sono così bassi da non causare un effetto misurabile. Studi di correlazione tra esposizione a campi elettromagnetici e aumento del rischio di cancro sono ancora in corso, soprattutto per valutare eventuali effetti a lungo termine. Enti internazionali, come la IARC, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, raccomandano un continuo controllo e monitoraggio del fenomeno. Finora però, dalle numerose ricerche epidemiologiche e di laboratorio effettuate, non sono emerse evidenze di una relazione diretta di causa ed effetto tra campi elettromagnetici e insorgenza del cancro.

Per saperne di più

Autore originale: Agenzia Zoe

Revisione di Antonino Michienzi in data 7/11/2025

  • Agenzia Zoe

    Agenzia di informazione medica e scientifica