Lo zucchero favorisce la crescita dei tumori?

Sì e no. Gli studi mostrano che c’è una relazione tra un alto consumo di cibi che promuovono un rapido innalzamento della glicemia e la produzione di molecole che stimolano l’infiammazione e la proliferazione cellulare.

Ultimo aggiornamento: 19 luglio 2023

Tempo di lettura: 7 minuti

In sintesi

  • Le cellule utilizzano il glucosio come fonte energetica e questo ha dato origine all’ipotesi che un consumo eccessivo di zuccheri possa fungere da “benzina” per i tumori, aumentando sia il rischio di ammalarsi sia la gravità della malattia.
  • Gli studi epidemiologici non hanno dato risultati convincenti sull’associazione tra consumo di zuccheri e sviluppo del cancro, con l’eccezione del cancro del seno.
  • Il glucosio e il fruttosio sono in grado di aumentare la concentrazione di insulina nel sangue. L’insulina è responsabile della produzione di fattori che favoriscono l’infiammazione e la crescita delle cellule, e queste condizioni a loro volta possono stimolare lo sviluppo di tumori.
  • Anche se un individuo idealmente potesse eliminare completamente gli zuccheri nella dieta, l’organismo demolirebbe comunque grassi e proteine per trasformarli in glucosio, l’unica molecola che la cellula può convertire direttamente in energia.
  • Alla luce degli studi disponibili è saggio limitare il consumo di zuccheri, ma non è ragionevole né fattibile eliminarli del tutto o, peggio, credere che esistano zuccheri più sicuri di altri.

Zucchero e proliferazione cellulare

Tra le affermazioni più comuni di coloro che promettono, senza alcuna prova scientifica, di modificare il decorso di un tumore con una dieta, c’è quella per cui i malati di cancro dovrebbero eliminare completamente gli zuccheri dalla propria alimentazione. Da dove nasce questa convinzione? Secondo un’ipotesi, si tratta di un’interpretazione errata di ciò che succede durante la tomografia a emissione di positroni (o PET). La PET è un esame comunemente eseguito per individuare le metastasi in cui si usa del glucosio radioattivo come marcatore. Le cellule tumorali vengono identificate perché accumulano molto glucosio, ma questo è più una conseguenza piuttosto che una causa della malattia (caratterizzata da un’eccessiva attività delle cellule maligne che di conseguenza hanno più bisogno di energia di quelle sane).

Come spesso accade, si tratta di un’eccessiva semplificazione di una questione molto articolata che parte dalla definizione stessa di zucchero. Nella nostra cucina si trova soprattutto uno zucchero complesso, il saccarosio o zucchero da tavola, composto da due zuccheri semplici, il glucosio e il fruttosio. La composizione dello zucchero da tavola non varia a seconda del tipo di zucchero presente sugli scaffali del supermercato: non ci sono quindi differenze (nemmeno in termini di calorie) tra lo zucchero bianco e lo zucchero bruno o “integrale”, nel quale sono semplicemente presenti alcune impurità che conferiscono il caratteristico colore brunastro. Nell’alimentazione comune sono presenti altri zuccheri, come il maltosio (composto da due molecole di glucosio unite tra loro) o il lattosio (composto da galattosio e glucosio). I diversi zuccheri si differenziano per potere dolcificante e indice glicemico. L’indice glicemico è la capacità di innalzare la concentrazione di insulina nel sangue quando uno zucchero viene consumato.

L’insulina è l’ormone prodotto dal nostro organismo in risposta all’aumento di zuccheri nel sangue (glicemia) e per questo è considerata un ormone chiave nella relazione tra cibo e cancro, ma regola anche altri aspetti del funzionamento del nostro organismo. Troppa insulina in circolo, per esempio, induce una produzione eccessiva di testosterone, l’ormone sessuale maschile, nella donna. Inoltre l’insulina favorisce la produzione di un fattore di crescita chiamato IGF-1 che è un “fertilizzante” per le cellule in generale e in particolare per quelle cancerose. Alcuni tumori, come per esempio quello del seno, sono particolarmente sensibili all’azione combinata degli ormoni sessuali e dei fattori di crescita e risultano quindi, in alcuni studi, più strettamente legati al consumo di zuccheri.

Il glucosio, benzina cellulare

Tutti gli zuccheri complessi vengono scissi, durante la digestione, nei relativi zuccheri semplici (glucosio, fruttosio, galattosio eccetera). Le cellule dell’organismo, siano esse sane o cancerose, utilizzano come fonte energetica il glucosio. I risultati di alcune ricerche hanno però dimostrato che le cellule sane “bruciano” il glucosio per produrre energia all’interno di organelli cellulari chiamati mitocondri e con un processo noto col nome di ciclo di Krebs. Le cellule cancerose utilizzano invece il glucosio in modo diverso, attraverso un processo chiamato glicolisi che avviene al di fuori dei mitocondri. In che modo queste due modalità di utilizzo della stessa fonte energetica possono influenzare la malattia (sempre che vi sia una influenza diretta) è ancora ignoto ed è argomento di ricerca. Chiunque suggerisca di eliminare gli zuccheri dalla dieta dei malati di cancro per via di queste conoscenze parziali lo fa senza che vi siano dimostrazioni di una effettiva utilità.

Un altro elemento fuorviante, spesso presente nei consigli nutrizionali in rete, riguarda la fonte degli zuccheri: il corpo umano non distingue tra il saccarosio proveniente da una fetta di torta e quello contenuto in una carota. Così come non distingue tra il fruttosio ottenuto dalla demolizione del saccarosio e quello contenuto nella frutta: dal punto di vista chimico si tratta della stessa molecola. Ridurre il consumo di dolci o caramelle fa certamente bene in generale ed è un buon modo per prevenire il sovrappeso e l’obesità, ma non serve se poi si consumano grandi quantità di frutta, contenenti altrettanti zuccheri, o si dolcifica il caffè con il fruttosio. Non solo: se anche fosse possibile evitare qualsiasi tipo di zucchero o di carboidrato nella dieta, ci penserebbe il nostro corpo a smontare grassi e proteine e a trasformarli in glucosio, poiché questa è l’unica molecola che le nostre cellule sanno trasformare direttamente in energia.

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Alcuni studi disponibili

In uno studio olandese, i cui risultati sono stati pubblicati sull’International Journal of Cancer, alcuni ricercatori hanno valutato in oltre 120.000 persone la possibile relazione tra consumo di zuccheri e sviluppo di tumori, senza riuscire a trovarne alcuna sufficientemente solida.

I risultati di una metanalisi, cioè una valutazione combinata di più studi sullo stesso argomento, pubblicata sull’American Journal of Cancer Nutrition, hanno mostrato che una dieta con pochi zuccheri è associata a una salute generale migliore (per esempio per una riduzione del diabete di tipo 2 e delle malattie cardiovascolari). Di nuovo, però, non è stata trovata alcuna correlazione diretta tra consumo di zucchero e cancro.

In uno studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Cancer Research, un gruppo di ricercatori ha invece dimostrato che, almeno per quanto riguarda il cancro del seno, una dieta ricca di fruttosio favorisce la crescita del tumore, confermando così ricerche precedenti che avevano collegato l’eccesso di zuccheri a questa malattia. In questo caso, però, lo studio è stato condotto con topi di laboratorio nutriti con grandi quantità di fruttosio, in una situazione assai diversa da quella di esseri umani che mangiano normalmente. Lo studio fornisce però informazioni interessanti: il fruttosio, infatti, non viene utilizzato come fonte energetica diretta dalle cellule ma, attraverso l’innalzamento dell'indice glicemico, stimola la produzione di fattori infiammatori. Ed è proprio l’ambiente infiammato, e non l’utilizzo degli zuccheri come energia per la moltiplicazione delle cellule, ad aiutare il tumore a crescere.

Recentemente i riflettori sono stati puntati sulle bevande zuccherate. Secondo i dati di uno studio, pubblicati sul British Medical Journal, bere molte bevande zuccherate potrebbe aumentare il rischio di cancro. I ricercatori della Sorbona, la più famosa università parigina, hanno monitorato per 5 anni più di 100.000 persone e hanno osservato che i tumori in generale, e quelli del seno in particolare, erano più frequenti tra i maggiori consumatori di bevande zuccherate. I ricercatori hanno considerato, tra le bevande zuccherate, tutte quelle contenenti più del 5 per cento di zuccheri, incluse le bibite zuccherate, i succhi di frutta (anche succhi composti dal 100 per cento di frutta, senza zuccheri aggiunti), gli energy drink, il caffè, il tè o qualunque altro beveraggio a cui era stato aggiunto zucchero. I dati non mostravano invece nessuna relazione tra il consumo di bevande contenenti dolcificanti artificiali e il rischio di cancro. Serviranno dunque altre ricerche per chiarire se quanto osservato indica che le bevande zuccherate promuovono direttamente il cancro o se il rischio di cancro è più alto tra i consumatori di bevande zuccherate a causa di altri comportamenti poco salutari, come mangiare molto o fare poca attività fisica.

In conclusione

In conclusione, è probabile (e abbastanza sicuro per quel che riguarda il cancro del seno) che una dieta troppo ricca di zuccheri possa favorire la malattia attraverso il mantenimento di un microambiente infiammato. Per molti tipi di cancro mancano tuttavia dati epidemiologici a sostegno di questa ipotesi, che è basata soprattutto sulle conoscenze di biologia cellulare e sugli studi negli animali.

È certo però che una dieta a ridotto contenuto di zuccheri aiuta a tenere a bada alcuni fattori di rischio indiretto sia per lo sviluppo del cancro sia per la sua progressione e metastatizzazione. Tra questi vi sono l’innalzamento repentino della glicemia legato al consumo di cibi ad alto indice glicemico, il sovrappeso e l’obesità.

In pratica, quindi, un consumo moderato di zuccheri è non solo accettabile, ma necessario per il buon funzionamento dell’organismo, mentre vanno aboliti gli eccessi (da qualsiasi fonte, anche vegetale), e questo per prevenire non solo il cancro, ma più in generale tutte le malattie croniche come il diabete e i disturbi cardiovascolari.

  • Agenzia Zoe