RAI e AIRC uniscono le forze per rendere il cancro sempre più curabile

Ultimo aggiornamento: 7 febbraio 2019

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Da 24 anni I Giorni della Ricerca danno vita a una straordinaria campagna di informazione e raccolta fondi che per otto giorni coinvolge tutta la RAI - tv, radio, testate giornalistiche, web e social - in una vera e propria staffetta a sostegno del lavoro di circa 5.000 ricercatori AIRC.

Non una semplice collaborazione, ma una vera e propria alleanza contro il cancro: è da questo obiettivo comune che è nata, e si è sviluppata dal 1995, l’unione tra RAI e AIRC che vede il suo momento più significativo con i Giorni della Ricerca. Appuntamento che torna, dal 4 all’11 novembre, per informare il pubblico sui recenti progressi ottenuti nell’ambito della prevenzione, della diagnosi e della cura e raccogliere nuove risorse per la comunità scientifica che sta affrontando nuove sfide per rendere il cancro sempre più curabile.

In questi ventiquattro anni RAI e AIRC hanno costruito insieme un percorso straordinario, portando il tema “cancro” nelle case degli italiani attraverso il racconto delle storie personali e professionali di ricercatori, medici, volontari e persone che hanno superato la malattia. Un’opera di sensibilizzazione costante con contenuti di qualità, nel vero spirito del servizio pubblico che accomuna RAI e AIRC, che ha contribuito a scardinare il tabù del ‘male incurabile’ di cui non si poteva parlare e che ha generato un’adesione collettiva senza precedenti: dalla prima edizione ad oggi sono stati raccolti oltre 102 milioni di euro in donazioni per sostenere innovativi programmi di ricerca pluriennali e progetti speciali destinati alla formazione e alla specializzazione dei giovani talenti della scienza.

Anche grazie alle donazioni del pubblico della RAI, negli ultimi due decenni, i ricercatori italiani hanno potuto lavorare con continuità, raggiungendo traguardi fondamentali nella battaglia contro il cancro, grazie allo sviluppo di metodi per diagnosi sempre più precoci e per trattamenti sempre più personalizzati. L’Italia oggi è un’eccellenza internazionale nell’ambito della ricerca oncologica: non è un caso che nel nostro Paese si guarisca di più, come testimoniano i dati che ci pongono al vertice in Europa per le guarigioni. La sopravvivenza a cinque anni è aumentata, sia per gli uomini (54% vs 51%) che per le donne (63% vs 60%), rispetto al quinquennio precedente. In Italia, attualmente, oltre 3,3 milioni di persone hanno superato una diagnosi di cancro e hanno un’aspettativa di vita paragonabile a quella di chi non si è mai ammalato (fonte: I numeri del cancro in Italia, 2018 a cura di AIRTUM, AIOM e Passi)

L’emergenza cancro resta però ancora una priorità: nell’ultimo anno sono oltre 373.000 i nuovi casi di cancro diagnosticati nella nostra Penisola, più di 1000 al giorno. Le previsioni per il prossimo decennio indicano che nel 2030 il cancro sarà la principale causa di morte nel mondo con 21,6 milioni di nuovi casi all’anno. (Fonte World Cancer Research Day). I ricercatori stanno lavorando senza sosta per ridurre questi numeri.

Il cancro è un nemico complesso, sfuggente, capace di mettere in atto sempre nuove strategie che lo aiutano a sopravvivere per questo è necessario che la comunità scientifica proceda senza soste per studiare, comprendere e curare tutti i tumori – sottolinea Niccolò Contucci, Direttore Generale AIRC – AIRC da oltre 50 anni significa ricerca, una ricerca che si traduce in cura e vite salvate grazie all’attività quotidiana di 5.000 ricercatori, un vero e proprio ‘esercito di cervelli’, al lavoro nei laboratori di università, ospedali e istituzioni di ricerca, grazie allo straordinario sostegno di 4 milioni e mezzo di sostenitori, 20.000 volontari e 17 Comitati Regionali. I risultati sin qui ottenuti sono importantissimi, ma non bastano. Abbiamo il dovere di portare in tempi rapidi terapie sempre più efficaci ai pazienti. Per questo è indispensabile rilanciare costantemente il nostro impegno.

“Se AIRC e la sua Fondazione - conclude Contucci – sono arrivate a essere il primo polo privato di finanziamento della ricerca indipendente sul cancro in Italia lo dobbiamo anche alle tante collaborazioni virtuose costruite insieme alle aziende che ci supportano. Per questo, prima di tutto, voglio ringraziare la RAI per essere al nostro fianco con impegno e convinzione in occasione dei Giorni della Ricerca e per il sostegno che ci offre durante tutto l’anno, dando voce con continuità alle scoperte dei nostri scienziati, alla corretta informazione sul tema cancro e ricordando al pubblico le nostre principali iniziative. Estendo un sincero ringraziamento a tutti i partner che hanno scelto di scendere in campo al nostro fianco nelle diverse iniziative promosse nel corso della prossima settimana: UBI Banca, FIGC, Lega Serie A, TIM e AIA per Un Gol per la Ricerca e i gestori telefonici che ci consentono di ricevere in tempo reale la generosità degli italiani.”

La campagna RAI per AIRC è la vera punta di diamante dei Giorni della Ricerca. Per otto giorni la RAI dedica l’intero palinsesto al racconto delle storie dei protagonisti della ricerca. A Marcello Ciannamea, Direttore Palinsesto tv RAI, e a Roberto Sergio, Direttore RAI Radio, il compito di illustrare la programmazione sulle reti degli Speciali AIRC e di una vera e propria maratona che vedrà passare il testimone senza sosta, da domenica 4 a domenica 11 novembre, dai conduttori delle trasmissioni televisive e radiofoniche, ai giornalisti delle testate di informazione fino al digital, con il comune obiettivo di coinvolgere il pubblico alla donazione per sostenere una nuova generazione di talenti della scienza che dovranno regalare alle nuove generazioni un futuro libero dal cancro.

L’alleanza tra RAI e AIRC ha in Carlo Conti la perfetta sintesi, volto di punta della prima rete e generoso ambasciatore AIRC dal 2011. “Lo scorso anno in occasione dei Giorni della Ricerca ho potuto vivere l’emozione straordinaria della vittoria di Alan, campione dello Speciale Eredità, che ha donato 100 mila euro della sua vincita ad AIRC, con un gesto di grande altruismo arrivato in modo forte e genuino anche al pubblico a casa – ricorda il conduttore toscano - La sua grinta e la commovente dedica alla madre che ha sconfitto il cancro, sono stati per me motivo di grande emozione. Sono certo che anche quest’anno nello Speciale che condurrà Flavio Insinna e a cui parteciperò non mancheranno momenti di grande coinvolgimento emotivo, così come nella puntata di Tale & Quale Show di venerdì 9 novembre che come tradizione dedicherò ad AIRC: vi anticipo solo che avremo in studio Sara, Susana e Fulvio, i volti della campagna dei Giorni, chiamati a rappresentare le tante anime che fanno di AIRC un‘eccellenza italiana senza uguali, di cui sono fiero di essere parte.

Solare e determinata Susana rappresenta i 20 mila volontari AIRC nell’immagine dei Giorni della Ricerca: “Le persone donano ad AIRC con fiducia, perché sanno che la raccolta va a sostegno della ricerca. A chi mi chiede cosa bisogna fare per diventare volontario, rispondo sempre che basta un pizzico del proprio tempo. Quando sono in piazza per le campagne AIRC sto in mezzo agli amici e cerco di parlare con le persone e di spiegare l'importanza della ricerca. Per quanto mi riguarda è il tempo speso meglio: aiutare gli altri è l'unico modo per migliorare il mondo che lasceremo ai nostri figli.”

E proprio i figli sono il punto centrale della storia di Sara, a cui undici anni fa, quando lei stessa era ricercatrice sul cancro, venne diagnosticato un tumore al seno: “Quando mi ammalai, essere mamma dopo il cancro era considerato un “volere troppo”. Oggi grazie ai progressi della ricerca, ottenuti anche grazie ad AIRC, è una realtà possibile per un numero sempre maggiore di donne e questo è davvero un traguardo importantissimo perché curare le persone con il cancro non vuol dire solo curare la malattia, ma anche dare a chi è guarito le stesse possibilità e la stessa progettualità di vita di chi di cancro non si è mai ammalato.”

Insieme a loro Fulvio, ricercatore romano trasferito a Milano, scelto come simbolo dei 5.000 ricercatori sostenuti da AIRC, che studia il tumore del fegato per sviluppare una terapia farmacologica efficace. “I fondi che riceviamo da AIRC sono fondamentali per dare continuità al nostro lavoro e sono tanto più importanti in quanto dimostrano la fiducia degli italiani nella ricerca come strumento indispensabile per costruire un futuro migliore. Grazie al ‘My First AIRC Grant’ che ho ricevuto - un progetto pensato proprio per ricercatori under 40 -  è iniziata per me una nuova avventura, quella che ho sognato per una vita intera: essere alla guida di un mio gruppo per poter contribuire da ricercatore indipendente ai progressi nella lotta ai tumori.”

Alla Professoressa Elisabetta Dejana, che dirige l'unità di ricerca che si occupa dello sviluppo del sistema vascolare del cancro all'IFOM (Istituto FIRC di Oncologia Molecolare di Milano), il compito di tracciare un bilancio sullo stato di salute della ricerca oncologica nel nostro Paese: “In questi ultimi anni si sono fatti progressi importanti nella ricerca sul cancro. In molti casi la malattia si è cronicizzata permettendo di prolungare di diversi anni la vita del paziente, si sono trovate nuove vie per una diagnosi precoce e si sono dettate regole di vita che permettono di ridurre l’incidenza di diversi tipi di tumore. La ricerca italiana ha contribuito in maniera significativa a questi progressi e molti dei nostri ricercatori sono conosciuti e citati in tutto il mondo. Questo è un miracolo considerando che la ricerca italiana è essenzialmente alimentata da donazioni private e, senza AIRC, la ricerca oncologica di base e clinica non esisterebbe. L’investimento pubblico dell’Italia in ricerca è meno della metà di quello degli altri paesi europei mentre, considerando i dati a disposizione, il risparmio del sistema sanitario nazionale derivato da una migliore conoscenza delle cure, da diagnosi precoce, nuovi farmaci e interventi chirurgici arriverebbe oltre 30%. Per vincere la battaglia contro il cancro abbiamo bisogno del contributo di tutti: della visione dei ricercatori senior, del contributo dei privati e dell’investimento pubblico e, infine, la cosa più importante, dell’entusiasmo dei giovani ricercatori.”

I Giorni della Ricerca si sviluppano con un calendario ricco e articolato per raggiungere e coinvolgere il maggior numero di persone: oltre alla campagna RAI per AIRC sono in programma una serie di appuntamenti che, dopo la Cerimonia del Quirinale di lunedì 29 ottobre, toccheranno più di 90 scuole, 1 Università, i campi della serie A e della Nazionale con Un Gol per la Ricerca, oltre 1.000 piazze di tutta Italia e 1.900 filiali UBI Banca per la distribuzione dei Cioccolatini della Ricerca.

Per saperne di più, scrivete a comunicazione(at)airc.it.

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