
Ultimo aggiornamento: 14 ottobre 2025
Massimo, artista calabrese classe 1981, ha sostenuto AIRC per diverso tempo prima che una diagnosi di tumore lo portasse a comprendere in prima persona quanto sia fondamentale la ricerca.
Murales, ritratti, sculture-robot realizzati con materiali riciclati. Questo è il biglietto da visita con cui si presenta Massimo, un artista creativo le cui opere piene di colori trasmettono tutta la sua voglia di "mangiarsi la vita a morsi" dopo aver rischiato di perderla per un cancro.
"Conosco AIRC da sempre e, dato che noi artisti tendiamo a essere un po' egocentrici, ho deciso di fare la mia parte per sostenere la ricerca. Ho corso la maratona di Milano per raccogliere fondi e ho messo all'asta alcune mie opere in altre occasioni. Poi ho toccato con mano, sulla mia pelle, l'importanza della ricerca".
A novembre 2020 la sua quotidianità viene infatti completamente stravolta. Nonostante fosse in perfetta forma, nota un linfonodo ingrossato sul collo. Contatta immediatamente il medico e dopo i primi controlli arriva la diagnosi: linfoma di Burkitt, un tipo di linfoma non-Hodgkin aggressivo.
"In quel momento ho creduto che fosse tutto finito, ma poi ho cercato di razionalizzare e pensare che i progressi della medicina mi avrebbero aiutato".
Massimo sceglie di curarsi nella sua Regione, la Calabria, al Policlinico universitario di Germaneto a Catanzaro, dove viene seguito da un ematologo sostenuto da AIRC. Si sottopone a un protocollo che prevede la somministrazione di 6 cicli di chemioterapia e nel frattempo continua a lavorare.
"Volevo affrontare tutto di petto e non perdere neanche un istante della mia vita".
Durante le terapie fa avanti e indietro da casa all'ospedale, dove trasforma la sua stanza in un vero e proprio studio d'arte.
"Continuare a creare le mie opere mi faceva sentire vivo e mi immergeva in una specie di vortice creativo. I medici e il personale sanitario passavano nella mia stanza per visitarmi o curarmi e si divertivano a vedere pennelli, fogli e attrezzature varie da disegno"
I medici sono diventati come una seconda famiglia per Massimo, insieme alle persone che lo seguono sui suoi canali social, dove ha scelto di raccontare la sua esperienza con la malattia.
"Condividere la malattia ha fatto stare bene sia me sia chi mi segue, perché ci si sosteneva a vicenda. È stato un percorso tosto: in certi periodi sembravo un fantasma, ma un passo alla volta ce l'ho fatta".
Massimo ha ideato e disegnato l’illustrazione del calendario di Fondazione AIRC 2026.
"Quando ho iniziato a pensare al disegno da inserire nel calendario ho sentito il bisogno di fermarmi un momento per percorrere la mia storia di paziente, ma soprattutto di un uomo che ha imparato a rinascere. Volevo che il mio lavoro raccontasse qualcosa di profondamente intimo, ma che al tempo stesso potesse parlare a tutti".
Si è immaginato una piazza gremita, in festa, che celebra il più grande compleanno di sempre. Il 28 maggio 2021, il giorno in cui i medici gli hanno comunicato che era finalmente guarito, è infatti diventato per Massimo come un secondo compleanno.
"È un giorno che porto nel cuore e che, a modo mio, continuo a festeggiare ogni singolo giorno dell’anno".