“Mi sto solo sdebitando”

“Mi sto solo sdebitando”

Ultimo aggiornamento: 17 novembre 2021

Claudio è guarito da un tumore maligno del testicolo e oggi è sempre in prima linea per sostenere la ricerca sul cancro.

“Mi sto solo sdebitando.” Esordisce così Claudio, uno dei volti AIRC della campagna I Cioccolatini della Ricerca, quando gli si chiede perché fa volontariato per la Fondazione. Classe 1989, nato a Bergamo ma da molti anni a Milano, questo ragazzo ha toccato con mano l'importanza della ricerca sul cancro.

“Nel 2017, quando avevo solo 27 anni, mi hanno diagnosticato un seminoma, un tumore maligno al testicolo. Avevo prenotato una visita dall'urologo per un altro piccolo disturbo e lo specialista non ha avuto dubbi. Nel giro di pochi giorni mi hanno operato: l'intervento è stato lungo e delicato e poi mi sono sottoposto a una seduta di chemioterapia per abbassare le probabilità di recidive. Io lavoro come consulente finanziario, mi occupo proprio di numeri e statistiche e la ricerca mi ha salvato e allungato la vita. Fino a prima di ammalarmi non avevo mai riflettuto sull'importanza del lavoro che svolgono i ricercatori. Oggi so che sono persone fantastiche e prima o poi tutti potremmo aver bisogno del loro operato. Sostenere AIRC significa investire nella propria salute.”

Così, dal 2019 Claudio ha deciso di scendere in piazza proprio per raccogliere fondi per gli scienziati che studiano il cancro. Non si è mai perso un appuntamento, dall'Azalea ai Cioccolatini, e quando racconta di queste giornate, il sorriso gli illumina il volto. “Mi sento come a casa, si respira un clima speciale tra noi volontari e ora ho coinvolto nelle iniziative anche mia zia e mia cugina. Siamo una squadra super determinata!”

Insieme alla grinta, non manca mai la commozione davanti alle storie che i sostenitori raccontano a Claudio e gli altri volontari durante le attività di raccolta fondi, racconti che rimarranno loro per sempre nel cuore. “Tanti ti confessano che sono lì per ricordare un parente o un amico che non ce l'ha fatta, perché una volta era più dura affrontare un tumore, mentre adesso si può fare proprio grazie ai progressi della medicina. Tanti altri, poi, fanno una donazione senza neanche prendere arance o cioccolatini, così noi possiamo poi raccogliere di più.”

Oggi Claudio si è lasciato alle spalle cure e timori, ma non si stanca mai di mettersi in gioco quando si tratta di cancro e di come prevenirlo. “Fosse per me, addirittura renderei obbligatorio parlarne nelle scuole. I ragazzini devono essere sempre più sensibilizzati sull'argomento, devono imparare a prendersi cura di sé stessi, affidandosi ai medici, senza tabù e paranoie. Il passo successivo è occuparsi degli altri: il volontariato è una scuola unica, ti rende più altruista e consapevole del mondo che ti circonda, ed è importante insegnare anche ai più piccoli a donare. In fondo, il futuro sono loro.”