Ultimo aggiornamento: 9 febbraio 2023
Elena Fanchini, discesista azzurra e testimone della ricerca, ci ha lasciato ieri.
Gli appassionati di sport, e non solo, se la ricordano a Cortina d'Ampezzo, il 16 gennaio 2015, quando ha alzato gli sci al cielo per celebrare una straordinaria vittoria nella gara di discesa libera. Per Elena Fanchini, ogni podio è stato una lotta non solo contro le avversarie, ma anche contro la sfortuna. La sua carriera, infatti, è stata costellata da tanti, troppi infortuni, e anche da un tumore.
Ad aprile 2020 aveva annunciato il ritiro dall'attività agonistica e il suo sguardo e le parole dimostravano quanto gli fosse pesata questa decisione. “Io e le mie sorelle Nadia e Sabrina siamo sciatrici 'dentro'. Abbiamo iniziato a 3 anni e siamo arrivate al top realizzando il sogno della nostra vita. Avrei voluto lasciare il campo in modo diverso, ma ho capito che il mio fisico non poteva più reggere ad alti livelli.”
Sono stati anni critici quelli trascorsi: l'ultima gara nel dicembre 2017, la voglia di prepararsi per le Olimpiadi in Corea del Sud e poi quell'improvviso malessere che la costringe a una serie di esami. “Quando un medico dell'ospedale Humanitas di Milano mi ha detto che avevo un cancro all’intestino non riuscivo quasi a crederci. Avevo 33 anni, mi sentivo all'apice della carriera ed era una malattia che onestamente non avevo mai visto con i miei occhi, nessuno in famiglia l'aveva avuta.”
Ma Elena non si è arresa. Lo sport le ha insegnato lo spirito di sacrificio: ripensa agli allenamenti tosti quando le sue coetanee si divertivano in discoteca, al dolore dopo i tanti infortuni, alla concentrazione infinita delle gare... “Mi sono data uno scopo: volevo tornare a sciare. Pensavo a quello mentre facevo le terapie e ogni cura rappresentava un passo in avanti verso le mie amate piste innevate. Lo consiglio a tutti quelli che combattono contro il cancro: ponetevi un obiettivo, un sogno, anche piccolo. In fondo, chiunque ne possiede uno, e in questi momenti bui bisogna 'rispolverarlo': è la meta a cui tendere.”
Oggi vogliamo ricordare Elena con quel sorriso che portava sulle sue amate piste da sci. Ciao, Elena, grazie per il tuo impegno come testimone della ricerca, tutti noi di AIRC continueremo a portarlo avanti con il nostro lavoro quotidiano. Stringiamo in un abbraccio i tuoi familiari e amici. Ci mancherai.
I familiari di Elena hanno aperto una pagina di raccolta fondi in sua memoria, a sostegno della ricerca.