Chiara e i fili della vita che portano ad AIRC

La scelta di una donazione in memoria del marito Dario a sostegno di IFOM: “Aiutare la ricerca è il miglior modo per celebrarlo come uomo e artista”.

La quotidianità di Chiara è da sempre colma di esperienze, passioni e incontri. Insegnante di lettere e storia in un liceo torinese, a 54 anni si è trasferita a Montréal (Canada) per una docenza universitaria, e qui, a 62 anni, ha intrapreso un dottorato occupandosi di una ricerca sulle donne emigrate. Con il marito Dario, ha condiviso il desiderio di conoscenza e una sana irrequietudine, che hanno generato progetti di vita e un forte senso di comunità.

La sua casa di Torino è piena di libri, fotografie, oggetti d’arte. A ciascuno è legato un ricordo. “La vita è un insieme di fili sparsi, che si intersecano” racconta. “Trovi il senso della tua esistenza quando tutti i fili si ricongiungono.”

Il cancro è stato uno di quei fili, che Chiara si è trovata a intrecciare più volte nella vita: le nonne, suo papà e infine il marito. Dario è scomparso nel 2024. Qualche anno prima era arrivata la diagnosi di tumore al polmone. “Abbiamo affrontato ogni cosa insieme, anche con la consueta ironia” ricorda Chiara. “Il nostro era un rapporto complesso, ma anche nella malattia è emersa l’intesa che ci ha uniti sin da giovani. La sua morte per me è stata straziante.”

Da anni Chiara faceva piccole donazioni ad AIRC. La scelta di una importante donazione in memoria alla Fondazione le è sembrata il miglior modo per ricordare Dario. Così ha deciso di sostenere IFOM, l’Istituto di oncologia molecolare di AIRC. IFOM vanta tanti ricercatori di diverse nazionalità e fa della conoscenza il presupposto fondamentale della cura. Questo, a Chiara, è parso un altro intreccio di diversi fili: “L’idea di finanziare la ricerca, per me che l’ho fatta, è stata fondamentale. Ho avuto l’opportunità di visitare l’Istituto e sono rimasta colpita dalla grande organizzazione e dalla presenza di tanti giovani, tra cui molte donne. IFOM dà valore al merito; si rientra o si arriva dall’estero per lavorare qui”.

Nella sua visita all’istituto, Chiara si è commossa nel vedere all’ingresso il suo nome e quello del marito Dario sulla targa che ricorda i Grandi Donatori AIRC che nel 2024 hanno scelto di sostenere IFOM. “Dario si è sempre occupato di arte ed era un artista autodidatta, ma non ha mai voluto organizzare mostre per le sue opere. Sostenere IFOM mi è sembrato il miglior modo per ricordarlo e dargli la visibilità che non ha avuto, intrecciando così, nel sostegno alla ricerca, tanti fili che hanno caratterizzato la nostra vita.