Un pesciolino per svelare i segreti del melanoma

Un pesciolino per svelare i segreti del melanoma

Il giorno in cui ho ricevuto da AIRC la comunicazione che la mia domanda per una borsa di studio all’estero era stata accettata, ricordo che a Murcia pioveva, cosa che succede molto di rado. Ero sull’autobus, e nella foga di leggere l’email inviata da AIRC, il telefonino è caduto e quell’importante comunicazione è diventata, sullo schermo rotto, una sorta di puzzle da ricomporre per capirne il significato.

A Murcia, che si trova nel Sud della Spagna, ero arrivata da pochi mesi, con una borsa di studio dell’Università “La Sapienza” di Roma. Ma avevo provato a sottomettere una richiesta anche ad AIRC, anche se né io, né Donatella Del Bufalo – la mia mentore presso l’IFO – nutrivamo molte speranze: ero molto giovane e con un curriculum forse ancora non abbastanza ricco per meritare la più competitiva borsa di studio AIRC.

Invece, in quella mattinata di pioggia, è arrivata la sorpresa.

Murcia non è tra le mete più convenzionali per i ricercatori italiani che partono per fare un’esperienza all’estero. Ma, quando si è trattato di decidere quale percorso di ricerca affrontare, e quindi il luogo a cui puntare, sono stata catturata dalla peculiarità di quel che si faceva nel laboratorio in cui mi trovo. Qui studiano aspetti molecolari e genetici del cancro in un piccolo pesce, che in inglese è chiamato “zebrafish” perché è solcato da strisce nere (Danio rerio è il nome scientifico). In una variante geneticamente modificata è addirittura trasparente, al punto che dall’esterno è possibile osservare interamente il suo interno. I ricercatori che hanno ottenuto questo pesce modificato, nel 2008, hanno dato a questa variante il nome di Casper, come il fantasmino protagonista di un vecchio film.

Adesso, nello zebrafish sto cercando di capire in che modo il dialogo tra le cellule del melanoma e il microambiente tumorale influenza il comportamento di alcune cellule del sistema immunitario – i macrofagi –. Si tratta di cellule che in presenza di un tumore vengono per così dire “corrotte”: anziché assolvere alla loro fisiologica funzione di combattere le cellule tumorali, ne sostengono la crescita.

In particolare, cerchiamo di capire quali segnali rilasciati dal melanoma inneschino questo comportamento, e ci stiamo concentrando soprattutto sulla proteina Bcl-xL. Questa proteina, che è stata associata anche ad altri tumori, come quello del colon, dei polmoni, del seno, è stata osservata promuovere la formazione di nuovi vasi sanguigni nel melanoma, favorendone l’aggressività.

Con il mio progetto mi propongo di descrivere nel dettaglio il ruolo svolto da questa proteina. Se gli indizi sul ruolo di Bcl-xL fossero confermati, questa proteina, e altre molecole coinvolte in questo meccanismo, potrebbero diventare un nuovo bersaglio terapeutico. Colpendole si potrebbe ripristinare la capacità del sistema immunitario di combattere il tumore.

I primi risultati sono incoraggianti, ma ho ancora un anno di lavoro davanti.

Intanto, il trasferimento a Murcia, dove la vita scorre con minore frenesia di quanto avvenisse a Roma, mi ha fatto ritrovare una mia vecchia passione: la pallavolo. Dopo averla praticata per tanto tempo, anche a livello agonistico, ero stata costretta a lasciarla perché non riuscivo più a conciliarla con lo studio. Qui ho ricominciato a giocare, anche grazie agli innumerevoli campi di beach volley creati all’interno dei parchi. Mi sono anche avvicinata alla vela. Per ora con risultati non eccelsi, devo dire, ma è stato un modo per recuperare il contatto con il mare, con cui ho un legame fortissimo, perché sul mare, in Calabria, sono nata.

Biografia

Nata a Pizzo Calabro (VV) si è laureata in Scienze Biologiche e ha poi conseguito la laurea magistrale in Genetica e Biologia Molecolare all’Università “La Sapienza” di Roma. Dopo un periodo al Centre for integrative biology (CIBIO) di Trento, ha trascorso un anno agli Istituti Fisioterapici Ospitalieri IRCCS (IFO) a Roma. Dal 2019 è all’Universidad de Murcia, in Spagna, per un progetto di ricerca sul rapporto tra melanoma e microambiente tumorale.

  • Anna Maria Lucianò

  • Università:

    Universidad de Murcia, Spagna

  • Articolo pubblicato il:

    14 ottobre 2021