Nato a Perugia nel 1971, nel 1995 si è laureato in medicina e chirurgia all’università della sua città, dove nel 2000 si è anche specializzato in geriatria. Durante e dopo la specializzazione si è ulteriormente formato all’estero, presso la Divisione di malattie minerali e dell’osso della Washington University a St Louis, negli Stati Uniti. Qui ha scoperto nuovi meccanismi alla base dell’osteoporosi influenzati dal sistema immunitario. Reclutato dall’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, è rientrato in Italia, dove dal 2003 coniuga lo studio delle cellule ossee con la ricerca sul mieloma multiplo, un tumore frequente dell’età avanzata che instaura un rapporto vizioso con l’ambiente osseo. Grazie al sostegno di agenzie di finanziamento nazionali e internazionali, ha identificato nuovi meccanismi molecolari e bersagli terapeutici antitumorali e coordina un progetto sui meccanismi fondamentali di invecchiamento e fragilità. È professore di biologia molecolare all’Università Vita-Salute San Raffaele e direttore della Divisione di genetica e biologia cellulare dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, dove guida l’Unità di malattie da invecchiamento.

Progetti seguiti

Leveraging the hormetic and immunogenic power of mitochondria against multiple myeloma

Nome dell'istituzioneUniversità Vita-Salute San Raffaele
RegioneLombardia
Budget anno in corso215.000 €
Tipo di progettoIG
Annualità2024 - 2029
Descrizione

I mitocondri sono, tra le altre cose, centri di segnalazione importanti per la vita delle cellule: sostengono l’attività cellulare, orchestrando potenti strategie di adattamento allo stress. Le cellule tumorali possono facilmente cooptare tali strategie, aumentando la propria resistenza allo stress e la propria sopravvivenza. Pertanto, colpire i bersagli mitocondriali appropriati può innescare contemporaneamente una tossicità intrinseca alle cellule tumorali e un’immunità efficace, offrendo opportunità terapeutiche senza precedenti contro tumori che potrebbero non essere riconosciuti dal sistema immunitario. Paradigmatico è il caso del mieloma multiplo, una neoplasia dovuta alla crescita senza controllo delle plasmacellule, una categoria di linfociti. Il tumore, spesso a esordio senile, si diffonde nelle parti dello scheletro dove avviene l’emopoiesi (la produzione delle cellule del sangue). Qui il mieloma secerne abbondanti immunoglobuline di tipo monoclonale, causando spesso seri danni agli organi raggiunti da tali proteine. Nonostante l’efficacia di nuovi trattamenti, il mieloma multiplo è ancora difficile da curare. I processi di editing dei geni nelle cellule malate e la disfunzione immunitaria del midollo osseo indeboliscono infatti l’immunità sia generale sia antitumorale. Sulla base di alcune precedenti scoperte, realizzate dal medesimo gruppo di ricerca, il progetto punta a identificare meccanismi la cui inibizione possa non solo arrestare la crescita tumorale, ma anche risvegliare la risposta immunitaria contro la malattia.