Pochi mesi dopo la laurea in medicina e chirurgia all’Università degli studi di Genova, si trasferisce a New York, al Memorial Sloan Kettering Cancer Center, dove rimarrà per due anni. Rientrato in Italia, consegue la specializzazione in ematologia e lavora prima all’ospedale San Martino del capoluogo ligure e poi all’Istituto scientifico tumori della stessa città. Nel 1986 ottiene una borsa di studio per passare due anni all’MRC Laboratory of Molecular Biology di Cambridge. Dal 1990 è all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, dove contribuisce a fondare il Dipartimento di biologia e tecnologia (DiBit). Oggi insegna biologia molecolare all’Università Vita-Salute San Raffaele e dirige l’Unità trasporto e secrezione delle proteine.

Progetti seguiti

Regulated Transport of H2O2 across Membranes by Aquaporins: Tuning Oncogenic Signals

Nome dell'istituzioneUniversità Vita-Salute San Raffaele
RegioneLombardia
Budget anno in corso140.000 €
Tipo di progettoIG
Annualità2019 - 2024
Descrizione

Scopo del progetto è individuare approcci terapeutici innovativi contro il cancro. Le cellule tumorali in un certo senso si allenano in modo da trarre il massimo dai processi cellulari in termini di divisione, nutrimento, scambio di informazioni e anche per la disseminazione di metastasi. Con questo allenamento, da questi punti di vista diventano spesso più efficienti delle loro controparti sane. Tuttavia molti atleti vanno incontro a incidenti sportivi, anche a causa dell’intensità di lavoro e di allenamento. Analogamente, un’attività tanto intensa può fare sì che le cellule tumorali siano più sensibili a farmaci e radiazioni rispetto a quelle sane. Per renderle ancora più fragili, il gruppo di ricerca intende concentrarsi su certe proteine canale situate sulla superficie delle cellule, chiamate acquaporine, che consentono il passaggio attraverso la membrana cellulare di acqua ossigenata. Si tratta di una sostanza ossidante che a piccole dosi aiuta la crescita tumorale, ma la blocca ad alte dosi. Dopo aver scoperto il meccanismo molecolare che regola il flusso di acqua ossigenata in entrata nelle cellule, il laboratorio cercherà ora di individuare combinazioni di farmaci o trattamenti capaci di indurre la chiusura delle acquaporine in modo da affamare le cellule tumorali che si giovano dell’acqua ossigenata. Per alcuni tipi cellulari, al contrario, sembra più utile mantenere il canale aperto e causare l’accumulo di dosi tossiche di acqua ossigenata. Una descrizione dettagliata dei processi di resistenza allo stress ossidativo è fondamentale per identificare i bersagli di nuove molecole terapeutiche e, soprattutto, per aumentare la sensibilità ai trattamenti chemio e radioterapici attualmente in uso.