Nato a Fidenza nel 1963, si è laureato in scienze biologiche e nel 1990 ha conseguito la specializzazione in chimica e tecnologia alimentare all’Università degli studi di Parma. Successivamente si è trasferito all’Università della California (Berkeley) per portare avanti studi sulla vitamina A e sugli effetti dei suoi derivati, il beta-carotene e l’acido retinico, sulle proprietà adesive delle cellule. In questo periodo ha scoperto che la risposta delle cellule a questo tipo di segnali può risultare alterata in seguito all’attivazione di geni promotori della trasformazione tumorale. Proprio per approfondire questi aspetti, nel 1994 ha lasciato la California per lavorare nel Laboratorio di carcinogenesi cellulare e formazione dei tumori del National Cancer Institute di Bethesda, nel Maryland. Nel 1995 è rientrato in Italia, a Milano, dove nel frattempo era stato fondato l’Istituto europeo di oncologia (IEO). Qui ha lavorato fino al 2003, prima di trasferirsi all’IFOM, l’Istituto di oncologia molecolare di AIRC. Qui oggi dirige l’unità di ricerca meccanismi di migrazione delle cellule tumorali, affiancando a questa attività la didattica, in qualità di professore ordinario di patologia generale presso l’Università degli studi di Milano.

Progetti seguiti

METASTASIS AS MECHANODISEASE

Nome dell'istituzioneIFOM - Istituto Fondazione di Oncologia Molecolare, ETS
RegioneLombardia
Budget anno in corso119.999,92 €
Tipo di progetto5 per Mille
Annualità2019 - 2026
Descrizione

Tissue fluidification in the progression of breast carcinoma

Nome dell'istituzioneIFOM - Istituto Fondazione di Oncologia Molecolare, ETS
RegioneLombardia
Budget anno in corso269.000 €
Tipo di progettoIG
Annualità2024 - 2029
Descrizione

Il progetto è focalizzato sulla transizione dal carcinoma duttale in situ a carcinoma duttale invasivo nel cancro al seno attraverso il fenomeno fisico della fluidificazione dei tessuti, una transizione di fase di tipo meccanico. L’obiettivo è comprendere i cambiamenti meccanici e molecolari che controllano la migrazione, l’invasione e la risposta immunitaria della malattia. Una volta chiariti tali meccanismi, alla base della transizione tra le due forme di cancro, si potrebbero sviluppare strumenti predittivi più accurati e strategie terapeutiche innovative, in particolare al fine di influire sulle interazioni tra il tumore e il sistema immunitario. Ciò potrebbe portare a trattamenti più precisi e mirati per il cancro al seno, riducendo i tassi di recidiva e migliorando la sopravvivenza delle pazienti.