Ultimo aggiornamento: 26 settembre 2025
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In questo articolo risponderemo alle domande:
Il colesterolo è un tipo di grasso presente nel nostro corpo. Viene prodotto soprattutto dal fegato e in parte lo assumiamo consumando cibi di origine animale. Serve a formare le membrane cellulari e gli ormoni steroidei, come estrogeni e testosterone, e a produrre bile per la digestione dei grassi. Non essendo idrosolubile, nel sangue viaggia all’interno di particolari lipoproteine, abbreviate come LDL e HDL. Le LDL (low density lipoproteins) sono le cosiddette “cattive”, dato che sembrano essere responsabili della formazione delle placche aterosclerotiche e possono creare problemi a cuore e vasi. Le HDL (high density lipoproteins) sono dette “buone” e trasportano il colesterolo al fegato, dove viene smaltito. Quando si eseguono gli esami del sangue, è importante valutare entrambe le componenti del colesterolo se si vuole avere una stima più precisa del rischio cardiovascolare e della salute in generale. Troppo colesterolo LDL, o troppo poco colesterolo HDL, possono essere problematici da questo punto di vista. I valori ideali di colesterolo totale nel sangue dovrebbero essere al di sotto dei 200 mg/dL. Valori compresi tra 200 e 250 mg/dl vengono considerati al limite, mentre livelli superiori a 250 mg/dl sono ritenuti pericolosi per la salute. Il valore più importante da considerare è però quello di LDL, il cosiddetto colesterolo “cattivo”. Il livello ideale di LDL nel sangue dovrebbe essere inferiore a 130 mg/dl. Secondo le più recenti indicazioni della comunità medico-scientifica, la soglia deve essere ancora più bassa se sono presenti altri fattori di rischio per malattie cardiovascolari, come diabete, sovrappeso, ipertensione, abitudine al fumo, consumo eccessivo di alcol e sedentarietà. Valori di colesterolo LDL tra i 130-159 mg/dl sono considerati al limite e meritevoli di trattamento nei pazienti a rischio, tra i 160-189 mg/dl indicano un livello di colesterolo nel sangue elevato, mentre un livello oltre i 190 mg/dl è considerato molto elevato e potenzialmente pericoloso per la salute.
Gli studi sul colesterolo, iniziati nella seconda metà del Settecento in Francia, hanno portato alla identificazione di questa molecola, nel 1815, negli acidi biliari da parte del chimico francese Michel Chevreul. All’epoca il nome dato al composto fu colesterina. A questi primi studi ne sono seguiti molti altri. Alcuni risultati cruciali per le conoscenze genetiche e molecolari sono stati ottenuti nella seconda metà del Novecento da Joseph Goldstein e Michael Brown, due scienziati premiati nel 1985 con il Nobel per la fisiologia o la medicina per avere scoperto i meccanismi di regolazione del metabolismo del colesterolo. Sempre Goldstein e Brown hanno identificato le lipoproteine – HDL e LDL – responsabili del trasporto del colesterolo. Oggi sappiamo che il colesterolo è presente in tutti gli animali e, seppur con qualche modifica nella struttura, nelle piante. Negli esseri umani l’80% circa del colesterolo viene sintetizzato dall’organismo, mentre il restante 20% viene assunto con la dieta. Per formare una molecola di colesterolo servono 27 atomi di carbonio, 46 di idrogeno e uno di ossigeno (C27H46O). La sua importanza dal punto di vista medico-biologico e la complessità dei processi in cui è implicata sono tali che 13 premi Nobel sono stati assegnati finora per studi su questa molecola. Solo per citarne alcuni, oltre a Goldstein e Brown, si possono ricordare il Nobel per la chimica del 1927 assegnato a Heinrich Otto Wieland, per gli studi sulla composizione degli acidi biliari e la loro somiglianza strutturale con il colesterolo; oppure quello dell’anno successivo, il 1928, quando fu insignito Adolf Otto Reinhold Windaus per il suo contributo alla comprensione della costituzione degli steroli e della loro connessione con le vitamine.
Quando la concentrazione di colesterolo nel sangue sale eccessivamente possono attivarsi meccanismi che favoriscono la crescita tumorale. Oltre a essere il precursore degli ormoni steroidei come gli estrogeni, implicati in diversi tumori ormono-dipendenti, il colesterolo è infatti coinvolto in diversi processi cellulari che possono portare allo sviluppo di un tumore.
Diversi studi hanno riscontrato una significativa associazione tra alti livelli di colesterolo nel sangue e rischio di sviluppare il tumore del pancreas, del seno, del colon-retto e della prostata e di andare incontro a recidive. Un metabolismo lipidico disfunzionale può sostenere la proliferazione e la sopravvivenza delle cellule tumorali, oltre a promuovere la resistenza alla chemioterapia.
Problemi con il metabolismo dei lipidi e delle lipoproteine, causati dalla sindrome metabolica, da sovrappeso e obesità, possono inoltre aumentare il rischio di cancro, per esempio provocando infiammazione, e influenzare la prognosi dei pazienti. L'accumulo di grasso o la crescita tumorale possono derivare da alterazioni nei processi biochimici e molecolari che regolano il metabolismo lipidico, la morte cellulare programmata e la divisione cellulare.
La ricerca sul rapporto tra livelli di colesterolo e rischio oncologico è sempre più attiva. Secondo i risultati di uno studio sul tumore dell’ovaio, pubblicati sul Bristish Journal of Cancer, alti livelli di colesterolo nell’ascite (il liquido che si forma nell’addome a causa del tumore) sono associati alla resistenza alla chemioterapia. In cellule di carcinoma del fegato, sulla base dei risultati pubblicati sulla rivista Cancer Science, elevati livello di colesterolo sono stati correlati a una riduzione della morte cellulare indotta dal farmaco sorafenib. L’effetto è simile a quello osservato nelle cellule di tumore di polmone che, in presenza di alti livelli di colesterolo, sono meno sensibili alla chemioterapia con cisplatino e oxaliplatino.
In uno studio i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista BMC Cancer, gli autori hanno mostrato che livelli elevati di colesterolo nelle cellule tumorali ne favoriscono la proliferazione, la migrazione e la capacità di sfuggire ai controlli del sistema immunitario. Ciò sembra avvenire attraverso l'attivazione di vie molecolari come PI3K/AKT e con l'espressione di molecole immunosoppressive come PD-L1. Inoltre, il colesterolo in eccesso può alterare la composizione del microbiota intestinale e aumentare l’infiammazione sistemica, due fattori noti per promuovere lo sviluppo di alcuni tumori, in particolare quelli del tratto gastrointestinale.
Le prime osservazioni su un possibile legame tra colesterolo e cancro risalgono ai primi anni del secolo scorso, ma i dettagli molecolari della relazione pericolosa non sono ancora chiari. Conosciamo però alcune delle caratteristiche dei meccanismi alterati che regolano il metabolismo del colesterolo nei pazienti oncologici.
In un organismo sano, la sintesi del colesterolo da parte del fegato si riduce se il colesterolo introdotto con la dieta aumenta, e viceversa. Nelle cellule tumorali, invece, questo tipo di controllo non funziona a dovere e le cellule cancerose soddisfano il proprio bisogno di nutrienti e crescono in modo incontrollato sfruttando anche il colesterolo.
Inoltre, i risultati di numerosi esperimenti con cellule e animali di laboratorio hanno mostrato modifiche nel metabolismo del colesterolo, che portano a maggiore sintesi, assorbimento e accumulo della molecola e alla promozione della proliferazione delle cellule tumorali, della loro capacità di dare metastasi e della resistenza alle terapie.
Il legame tra colesterolo e cancro è complesso e i fattori in gioco sono numerosi. È stato osservato che il colesterolo, o alcuni prodotti intermedi del suo metabolismo, possono attivare direttamente vie di segnalazione coinvolte nello sviluppo dei tumori. Potrebbero tuttavia avere un ruolo anche altri fattori, come il tipo di tessuto coinvolto, con le relative diverse richieste di colesterolo, l’alimentazione e più in generale lo stile di vita. Tutti questi fattori possono infatti contribuire a modificare l’espressione di alcuni geni, sostenendo la crescita del tumore.
Infine, in uno studio i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Communications, è stato identificato un meccanismo con cui il colesterolo potrebbe aiutare il tumore a resistere a un tipo di morte programmata chiamata ferroptosi. Le cellule tumorali potrebbero diventare così più efficienti nella loro capacità di dare origine a metastasi.
La relazione tra il cancro e i valori del colesterolo non è ancora del tutto chiarita. Finora le osservazioni epidemiologiche di una loro associazione hanno riguardato soprattutto questi tipi di tumori:
Tuttavia, le domande aperte sul tema sono ancora molte. Per esempio, gli esperti ancora non sanno spiegare se riduzioni della concentrazione di colesterolo in alcuni tumori come quello gastrico siano una causa o una conseguenza della malattia oncologica. Inoltre, a seconda del tipo di studio, i risultati ottenuti possono essere contrastanti anche per lo stesso tipo di tumore. Per il tumore del colon, ci sono studi che mostrano un’associazione tra aumento del colesterolo e rischio di malattia, mentre altri dimostrano la relazione opposta e altri ancora sembrano suggerire che il legame non esista. Come si legge in una revisione pubblicata nel 2021 sulla rivista Translational Oncology, simili discrepanze sono state rilevate anche per il tumore della mammella, del polmone, del pancreas, dell’ovaio e anche per alcuni tumori del sangue. Inoltre, come descritto anche grazie ai risultati di una ricerca pubblicati sulla rivista Scientific Reports, anche bassi livelli di colesterolo possono essere associati a un aumento del rischio oncologico.
Ciò che finora sappiamo sul colesterolo ci dice che mantenere sotto controllo i livelli di colesterolo può essere utile per mantenersi in salute. Tuttavia, i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) dimostrano che i livelli di colesterolo nel mondo sono in crescita, in parallelo all’aumento di sovrappeso e obesità, altri noti fattori di rischio oncologico. Molti ricercatori stanno studiando l’impatto della riduzione dei livelli di colesterolo sulla prevenzione e il trattamento del cancro. Una dieta salutare e senza eccesso di grassi è senza dubbio il primo passo per raggiungere il traguardo, al quale sarà più semplice arrivare grazie all’attività fisica costante. Oltre a modificare la propria dieta, un’altra strategia per abbassare il colesterolo è rappresentata dalle statine. Questi farmaci, noti per la loro efficacia nel ridurre il rischio cardiovascolare, sono oggetto di studio per i possibili effetti protettivi contro il cancro. Alcuni studi recenti suggeriscono che assumerli possa ridurre il rischio di sviluppare diversi tipi di tumore – tra cui quelli del fegato, delle vie biliari, del colon-retto e della prostata – soprattutto se assunti in fase precoce. Esistono poi altri farmaci più recenti per raggiungere gli stessi obiettivi con minori effetti collaterali. Tuttavia, si tratta di risultati preliminari, dato che al momento mancano evidenze cliniche sperimentali sul possibile ruolo di statine e altri farmaci che riducono il colesterolo nella prevenzione del cancro.
Autore originale: Agenzia Zoe
Revisione di Fabio Di Todaro
Agenzia Zoe