Ultimo aggiornamento: 13 novembre 2023
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Tenuto conto che la pelle è l’organo più esteso del nostro corpo, i tumori cutanei possono comparire in ogni parte del corpo, ma nell’80 per cento circa dei casi interessano il volto, il cuoio capelluto e il collo, ossia zone esposte cronicamente e più delle altre alla radiazione del sole.
L’immunologa Licia Rivoltini, responsabile della Struttura semplice dipartimentale immunologia traslazionale presso l’IRCCS Istituto nazionale tumori di Milano, parla del tumore della pelle e dei progressi della ricerca su questa malattia.
L’immunologa Licia Rivoltini, responsabile della Struttura semplice dipartimentale immunologia traslazionale presso l’IRCCS Istituto nazionale tumori di Milano, parla del tumore della pelle e dei progressi della ricerca su questa malattia.
La causa primaria dei tumori della cute sono le radiazioni ultraviolette (UV) derivanti principalmente dall’irraggiamento solare e, in misura secondaria, dalle lampade e dai lettini abbronzanti, il cui utilizzo andrebbe evitato. Negli ultimi anni è stato rilevato un lieve ma costante aumento dell’incidenza dei tumori della cute, molto probabilmente dovuto alla concomitanza di fattori quali la riduzione dello strato protettivo dell’ozono e un’aumentata tendenza all’esposizione al sole in tutte le stagioni.
Indipendentemente da alcune variabili (tipo di pelle, età, sesso, stile di vita), il rischio di tumori cutanei aumenta nei seguenti casi:
Sono stati identificati come fattori di rischio anche l’esposizione ad alcune sostanze, come l’arsenico, e a radiazioni ionizzanti, alcune anomalie genetiche e un sistema immunitario compromesso a causa di precedenti terapie, trapianti oppure AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita). Inoltre, sono fattori di rischio anche il fumo, soprattutto a livello delle labbra nei fumatori, e alcuni trattamenti dermatologici, tra cui la terapia fotodinamica.
Avere la pelle molto chiara, un’età avanzata ed essere uomini sono inclusi tra i cosiddetti fattori di rischio non modificabili, sui quali cioè non è possibile intervenire.
I diversi tipi di tumore della pelle corrispondono ai differenti tipi di cellule di cui è formata la pelle e da cui possono avere origine. La pelle è infatti formata da 3 strati: l’epidermide (strato superficiale), il derma (strato intermedio) e il tessuto sottocutaneo (strato profondo). L’epidermide, a sua volta, è formata da diversi tipi di cellule, quali le cellule di Langerhans, le cellule di Merkel, i melanociti, che hanno il compito di produrre un pigmento che protegge dagli effetti dannosi dei raggi solari noto come melanina, e i cheratinociti, le cellule più numerose.
Dalla trasformazione neoplastica dei melanociti origina il melanoma, mentre dalla proliferazione incontrollata dei cheratinociti presenti nello strato più esterno dell’epidermide origina il carcinoma spinocellulare e dai cheratinociti dello strato basale origina il carcinoma basocellulare.
Esistono anche altri rari tipi di tumore cutaneo come, per esempio, il sarcoma di Kaposi, il linfoma cutaneo e il carcinoma a cellule di Merkel. Quest’ultimo è un tumore raro e aggressivo che ha origine dalle cellule di Merkel.
Un cambiamento anomalo e persistente della pelle è il segnale più suggestivo di un possibile tumore cutaneo: potrebbe trattarsi di una qualche escrescenza, un’ulcerazione che non guarisce oppure un cambiamento in un neo. I tumori cutanei solo raramente causano sintomi nelle fasi iniziali, mentre in fasi avanzate potrebbero comparire dolore o prurito e in alcuni casi, quando sono in stadio più avanzato e si ulcerano, possono sanguinare.
I carcinomi basocellulari si sviluppano tipicamente nelle aree più esposte al sole, come viso, orecchie, collo e cuoio capelluto, spalle e schiena. Possono apparire in diverse forme:
I carcinomi spinocellulari insorgono prevalentemente in aree esposte al sole come orecchie, viso, cuoio capelluto, collo e mani. Possono presentarsi come noduli rossi e compatti o lesioni piatte, con una superficie squamosa o con croste.
I melanomi, che invece possono comparire ovunque nel corpo, anche in aree non comunemente esposte al sole, si possono presentare in molteplici modi:
I tumori cutanei sono direttamente associati alle scottature solari, specie quelle avvenute in età infantile e adolescenziale, e inoltre con l’esposizione cronica al sole. Pertanto, per prevenirli è necessario:
Quando fare una visita dermatologica? Periodicamente, ogni 1-2 anni, ognuno dovrebbe sottoporsi a una visita specialistica con il dermatologo in assenza di fattori di rischio, quali familiarità per tumori della pelle, storia personale di tumori cutanei, fototipo chiaro di pelle, capelli biondi o rossi, presenza di tanti nei (più di 50) e lentiggini. In caso siano presenti questi fattori di rischio, è invece indicato effettuare un controllo dermatologico annualmente o anche semestralmente.
È bene effettuare una visita dermatologica in caso di comparsa di nuovi nevi dopo i 40 anni o se si riscontrano cambiamenti in nevi già presenti (dimensione, colore, policromia, bordi frastagliati e forma asimmetrica).
Il dermatologo, nel corso di una visita completa, valuta la storia personale e familiare dei pazienti ed effettua un accurato esame visivo della pelle grazie all’uso dell’epiluminescenza, una speciale tecnica di ingrandimento e illuminazione della pelle. La diagnosi certa di tumore viene effettuata però solo dopo l’esame istologico di una biopsia, una procedura durante la quale si preleva parzialmente (biopsia incisionale) o totalmente (escissionale) la lesione che viene poi analizzata al microscopio.
La microscopia confocale in vivo e la Line-field Confocal Optical Coherence Tomography (LC-OTC) sono due tecniche diagnostiche innovative non invasive che permettono di diagnosticare la natura benigna o maligna di una lesione cutanea con un’accuratezza simile a quella di un esame istologico ma senza il trauma dovuto all’asportazione chirurgica.
Lo stadio di un tumore indica quanto la malattia è diffusa nell’organismo ed è un parametro molto importante per determinare la prognosi e decidere il tipo di trattamento da intraprendere. I carcinomi basocellulari e spinocellulari, a differenza di altri tumori cutanei come il melanoma, danno metastasi solo in rari casi e dopo molti anni dalla comparsa. In caso di problemi al sistema immunitario, i carcinomi spinocellulari possono essere ad alto rischio di metastasi.
Il sistema di stadiazione comunemente usato è il TNM, secondo cui i tumori possono essere classificati in 4 stadi (I, II, III e IV) in base alla dimensione e alla posizione della malattia (T), al coinvolgimento dei linfonodi (N) e alla presenza di metastasi (M).
Generalmente i tumori cutanei, se trattati nelle fasi precoci, guariscono nella quasi totalità dei casi e spesso possono essere curati completamente grazie alla chirurgia o a trattamenti di tipo locale.
La chirurgia rappresenta in genere il trattamento di prima scelta per questi tumori. In alcuni casi un intervento in anestesia locale è sufficiente ad asportare completamente il tumore cutaneo. La lesione viene rimossa con un margine di sicurezza di pelle sana che varia in base al tipo di tumore e che evita la recidiva del tumore stesso. La chirurgia di Mohs consiste invece nel tagliare strati sottilissimi di tessuto che vengono poi osservati al microscopio: se sono presenti cellule tumorali si procede con l’asportazione di un altro strato, altrimenti ci si ferma. Con questo tipo di approccio si migliora notevolmente l’aspetto estetico dell’intervento, ma è da riservarsi in casi particolari, in cui la chirurgia tradizionale non è fattibile o per sede anatomica critica o per caratteristiche dei pazienti. Infine, la chirurgia laser viene utilizzata prevalentemente per trattare le lesioni precancerose, come le cheratosi attiniche causate dall’esposizione a lungo termine ai raggi UV e che potrebbero evolvere in carcinoma spinocellulare. È da evitarsi in caso di dubbio diagnostico perché non consente la diagnosi istologica.
Tra le terapie locali (dette anche topiche), la crioterapia è utilizzata soprattutto nei tumori in fase iniziale o per le lesioni precancerose e consiste nel bruciare le cellule tumorali con il freddo, applicando sul tumore azoto liquido. In alcuni casi si decide invece di applicare direttamente sul tumore farmaci chemioterapici come il 5-fluorouracile in forma di crema o unguento oppure farmaci che stimolano il sistema immunitario contro il tumore come, per esempio, l’imiquimod, usato soprattutto nei tumori in fasi molto precoci. La terapia fotodinamica consiste, infine, nell’applicare sul tumore un farmaco liquido che in poche ore si accumula all’interno delle cellule cancerose, rendendole sensibili a certi tipi di luce. A questo punto si colpisce con una luce apposita l’area interessata, distruggendo così le cellule tumorali.
Tra le terapie locali, la radioterapia può rappresentare una valida alternativa alla chirurgia per i carcinomi spinocellulari e basocellulari nelle sedi anatomiche critiche come le palpebre, la punta e l’ala del naso, la commissura labiale o il canto dell’occhio, dove l’intervento ricostruttivo dopo exeresi (asportazione chirurgica) sarebbe difficile o con un risultato estetico-funzionale non ottimale, oppure per lesioni superficiali ma molto estese, la cui asportazione comporterebbe un risultato cosmetico insoddisfacente. Inoltre, la radioterapia è di scelta nei pazienti anziani in considerazione della minor invasività.
Le terapie sistemiche (immunoterapia, terapie a bersaglio molecolare, chemioterapia) sono da riservarsi ai casi di tumore cutaneo localmente avanzato e inoperabile, nelle recidive e nei casi di metastasi ai linfonodi oppure a organi distanti dal tumore primitivo. Tali trattamenti spesso vengono impiegati in associazione ai trattamenti locali come chirurgia e radioterapia per ottenere un controllo più ottimale della malattia.
Le informazioni di questa pagina non sostituiscono il parere del medico.
Agenzia Zoe