Scintigrafia renale

Ultimo aggiornamento: 24 giugno 2022

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Di che cosa si tratta?

La scintigrafia renale è un esame di medicina nucleare che permette di verificare la funzionalità e la perfusione renale. Può essere statica o dinamica.

La scintigrafia renale statica si esegue somministrando in vena una sostanza radioattiva, detta radiofarmaco, che si lega alle cellule della parte corticale del rene, consentendo la visualizzazione di sede e morfologia del parenchima renale funzionante. Dopo circa due ore dall’iniezione del tracciante, i pazienti vengono fatti stendere su un lettino, con lo strumento esplorante (detto gamma camera) posizionato sulla regione lombare. In presenza di un’alterazione del tessuto renale, le cellule perdono la capacità di captare la sostanza, per cui le aree sofferenti si identificano come zone in cui la concentrazione della radioattività, rilevata dall'apparecchio, è inferiore o assente. La scintigrafia statica permette di ottenere, quindi, l’immagine del tessuto funzionante nei due reni.

Questo esame è indicato nel caso di malformazioni renali congenite, pielonefriti, traumi, ricerca di rene ectopico, cisti renali, idronefrosi.

La scintigrafia dinamica o sequenziale sfrutta, invece, la caratteristica di alcuni radiofarmaci di venire captati ed eliminati dai reni in modo proporzionale alla funzionalità renale. Permette, quindi, di valutare la funzionalità renale e il deflusso urinario lungo le vie urinarie. Per questo motivo, è indicato per valutare il danno renale e localizzare eventuali ostruzioni del flusso urinario su base organica o funzionale. Può essere utile in caso di ostruzione dell’arteria renale e di ipertensione arteriosa di sospetta natura nefrovascolare.

Per la diagnosi dei tumori renali si preferiscono attualmente altre metodiche, come la risonanza magnetica. La scintigrafia renale ha però un ruolo importante per valutare la funzionalità del tessuto sano in vista di un intervento chirurgico di asportazione di un rene o di parte di esso a causa della malattia oncologica.

È un esame che possono fare tutti?

L'esame non presenta particolari controindicazioni se non la gravidanza e l’allattamento, per l’esposizione, seppur limitata, a sostanze radioattive. È invece eseguita regolarmente nei bambini, per i quali tuttavia occorrono particolari accortezze, affinché rimangano fermi per tutta la durata dell’esame.

Occorre qualche tipo di preparazione particolare all'esame?

Non è necessario digiunare né prima né dopo l’iniezione della sostanza e non sono richieste altre preparazioni particolari. Occorre però bere in abbondanza (almeno un litro d’acqua).

È meglio che mi faccia accompagnare da qualcuno o posso venire da solo?

Non occorre essere accompagnati.

L'esame è doloroso o provoca altri tipi di disagio?

L'esame non è né doloroso né fastidioso. L'unico disagio deriva dalla necessità di stare fermi per tutta la durata dell’esame.

L'esame comporta dei rischi immediati?

L'indagine è priva di effetti collaterali significativi e risulta ben tollerata da pazienti di qualunque età. I radiofarmaci utilizzati non influiscono sulla funzionalità renale e le reazioni allergiche sono estremamente rare. Per la sua non invasività e la bassa dose di irradiazione, l’esame può essere ripetuto, se necessario, anche a distanza di brevi intervalli di tempo.

L'esame comporta dei rischi a lungo termine?

Il radiofarmaco iniettato emette radiazioni, ma in dosi molto basse per cui non comporta particolari rischi.

In ogni caso, prima di eseguire il test, è meglio parlare con il medico, il quale sarà in grado di soppesare i vantaggi che ne possono derivare rispetto ai rischi, seppur minimi, di un’esposizione a basse dosi di radiazioni ionizzanti.

Quanto dura?

L'esame dura circa 30-40 minuti, ma, in caso si tratti di una scintigrafia statica, bisogna tenere conto anche delle ore di attesa dopo l’iniezione del radiofarmaco, che possono dipendere da fattori tecnici (assorbimento del farmaco) e dal grado di funzionalità renale dell'individuo.

Alla fine devo restare in osservazione? Per quanto?

Alla fine dell'esame si può andare a casa, previa autorizzazione del personale.

Posso riprendere subito la mia vita normale o devo avere particolari accortezze?

Nelle 48 ore successive all’esame è bene rimanere a distanza (cioè a più di un metro) da donne in stato di gravidanza o bambini piccoli. Si consiglia inoltre di azionare ripetutamente l’acqua dello scarico quando si va in bagno per consentire la completa eliminazione della sostanza radioattiva. Se possibile, è consigliato usare un bagno a parte dal resto della famiglia.

I bambini piccoli sottoposti all’esame devono essere lavati usando guanti di gomma e i pannolini sporchi, insieme ai guanti, devono essere chiusi in un sacchetto di plastica, che deve essere tenuto in un luogo chiuso e gettato tra i rifiuti solo dopo 48 ore.

Le informazioni di questa pagina non sostituiscono il parere del medico.

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