Il ruolo delle fibrille amiloidi nei tumori: una prospettiva innovativa nella ricerca oncologica

Ultimo aggiornamento: 14 marzo 2024

Uno studio recentemente condotto da un team di ricercatori dell'IFOM di Milano grazie al supporto di Fondazione AIRC e pubblicato sull’autorevole testata scientifica Cell Death and Disease, apre delle nuove prospettive conoscitive in ambito oncologico concentrandosi su un nuovo meccanismo molecolare dei tumori cutanei, in particolare il melanoma, e del tumore del pancreas.

“Il ruolo della proteina YAP (Yes-Associated Protein) nella regolazione della crescita cellulare e della divisione, il cui aumento di attività è stato associato allo sviluppo di vari tipi di tumori, è noto da tempo nella Comunità Scientifica – illustra la dottoressa Angela Bachi, a capo del programma di ricerca IFOM Proteomica funzionale – così come è noto il processo di meccano-trasduzione che, agendo su YAP, si rivela cruciale per la crescita dei tumori e la loro resistenza alle terapie.  Diversi stimoli sono stati identificati come attivatori di questo processo, ma diversamente da quanto noto in letteratura, abbiamo scoperto che una nuova “miccia” è rappresentata, sorprendentemente, da un protagonista celebre in un altro contesto di ricerca, quella sull’Alzheimer”.

 

Grazie ad un approccio tecnologico basato sulla proteomica, che ha analizzato lo spazio extracellulare del melanoma e del tumore del pancreas i ricercatori di IFOM hanno misurato nel microambiente delle cellule tumorali, ovvero lo spazio dove le cellule si scambiano informazioni, la presenza di strutture microscopiche chiamate fibrille amiloidi.

Cosa sono le fibrille amiloidi? “Sono piccole aggregazioni di proteine – precisa Vittoria Matafora, autore senior di questa ricerca – che, fino ad oggi, sono state principalmente studiate in malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer. Nel caso di pazienti affetti da malattia di Alzheimer queste fibrille amiloidi portano alla morte dei neuroni, cellule indispensabili in ambito cognitivo. Tuttavia, la loro presenza e il loro ruolo in ambito oncologico erano sconosciuti.” Dai laboratori IFOM emerge ora che queste strutture potrebbero svolgere un ruolo chiave nella meccano-traduzione e, pertanto, nell'attivazione di YAP, il che potrebbe spiegare il loro impatto sulle dinamiche delle cellule tumorali.

 

In particolare – illustra Francesco Farris, primo autore dello studio – abbiamo individuato una proteina chiamata Agrina presente nello strato più esterno della membrana plasmatica che circonda le cellule, che riconosce le fibrille amiloidi e avvia il segnale per l'attivazione di YAP”.

"Questi risultati – conclude Bachi – non solo forniscono un nuovo sguardo sul microambiente tumorale, ma ci permettono di comprendere meglio come le fibrille amiloidi possano essere particolarmente influenti nella dinamica delle cellule tumorali, rendendole più attive e invasive. In prospettiva, validando questi risultati in modelli preclinici e clinici, questo studio potrebbe aprire nuove vie per sviluppare strategie mirate contro il melanoma e il tumore del pancreas, ad esempio l’uso di farmaci in grado di inibire la formazione di fibrille amiloidi, già sviluppati per l’ Alzheimer, migliorando così le opzioni di trattamento."