La proteina vigile dei segnali cellulari

Ultimo aggiornamento: 24 agosto 2018

I ricercatori dell'Università Federico II di Napoli hanno identificato una proteina responsabile del corretto funzionamento della trasmissione di alcuni messaggi cellulari.

Titolo originale dell'articolo: Control of PKA stability and signalling by the RING ligase praja2

Titolo della rivista: Nature Cell Biology

Data di pubblicazione originale: 1 aprile 2011

Le cellule comunicano. I loro messaggi diretti sia verso l'esterno sia verso l'interno della cellula utilizzano un codice particolare, fatto di precisi segnali chimici. Un gruppo di ricercatori napoletani, coordinati da Antonio Feliciello del Dipartimento di biologia e patologia cellulare e molecolare dell'Università Federico II, ha scoperto che nelle cellule di neuroblastoma è una proteina chiamata PRAJA2 a fare da vigile, regolando il traffico di messaggi da inviare in risposta ai numerosi stimoli esterni.

"Già 15 anni fa è stata scoperta l'importanza di un altro processo, chiamato ubiquitinazione, nella regolazione della trasmissione dei segnali" spiega Antonio Feliciello, "ma ancora non erano noti i nomi dei protagonisti di questo processo e non erano neppure chiare tutte le sue fasi". Il lavoro di Feliciello e colleghi ha permesso di capire che proprio PRAJA2 è un componente chiave del meccanismo di ubiquitinazione, come si legge sulle pagine della rivista Nature Cell Biology. La proteina permette infatti alla cellula di mantenere "acceso" un segnale che, in condizioni aberranti, si traduce nell'attivazione di oncogeni, cioè di geni che stimolano la crescita delle cellule in senso tumorale.

Tra gli oncogeni che i ricercatori partenopei hanno analizzato, sia nelle cellule di neuroblastoma umano sia in quelle di altri tipi di tumore, c'è il gene Fos che spesso risulta mutato o comunque non perfettamente funzionante in caso di tumore.
"La nostra ricerca potrebbe sembrare ancora lontana dal letto del paziente" conclude Feliciello "ma non è esattamente così. I risultati permettono infatti di comprendere come la cellula risponde agli stimoli e regola la produzione di ormoni e di fattori di crescita: tutti fenomeni che, se non perfettamente sincronizzati e controllati, possono portare alla malattia. Con queste conoscenze siamo oggi più in grado di aiutare la scienza medica a prevenire e curare".

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