Nuove speranze per curare anche i tumori del colon-retto più difficili da trattare

Ultimo aggiornamento: 24 agosto 2018

All'Istituto di Candiolo alcuni ricercatori hanno individuato una molecola capace di potenziare e rendere più efficaci le attuali terapie.

Titolo originale dell'articolo: MET signaling in colon cancer stem-like cells blunts the therapeutic response to EGFR inhibitors

Titolo della rivista: Cancer Research

Data di pubblicazione originale: 1 gennaio 2014

I tumori del colon-retto spesso si presentano in forme aggressive, capaci di dare rapidamente origine a metastasi negli organi vicini. Molti pazienti non rispondono alle tradizionali chemioterapie, ma l'uso di anticorpi in grado di bloccare il recettore per il fattore di crescita epidermico (EGFR) ha aumentato la sopravvivenza di tanti malati. Inibendo tale recettore, le cellule tumorali non rispondono più allo stimolo di crescita incontrollata che porta allo sviluppo del tumore. Ma il cancro è una patologia complessa con molteplici varianti. Accade quindi che certi malati non rispondano affatto o, dopo mesi, non siano più sensibili agli anti-EGFR. All'Istituto per la Ricerca e la Cura del Cancro di Candiolo, diretto da Paolo Maria Comoglio, alcuni ricercatori, guidati da Carla Boccaccio, hanno indagato i dettagli molecolari di questo fenomeno e hanno cercato di trovare una soluzione. Il loro lavoro è stato pubblicato sulla rivista Cancer Research, grazie anche ai finanziamenti del Programma AIRC di Oncologia clinica molecolare. Gli esperti si sono concentrati sulle cellule staminali del tumore, una popolazione di cellule poco numerosa, ma resistente alle terapie. Lavorando in vitro su tali cellule, isolate da diversi pazienti con tumore al colon-retto, i ricercatori sono riusciti a caratterizzarle dal punto di vista genetico, valutandone anche la risposta agli anti-EGFR. Si è così scoperto che uno dei fattori che provocano la resistenza alla terapia è un'espressione esagerata e non fisiologica del gene MET, coinvolto nei processi di crescita cellulare. Boccaccio e colleghi hanno inoltre scoperto che somministrando alle cellule tumorali coltivate in laboratorio sia un farmaco anti-EGFR sia un inibitore di MET, si fermava la crescita del tumore. "Questi dati ci incoraggiano a intraprendere una sperimentazione clinica nei pazienti per valutare se la combinazione dei due farmaci potrà diventare un nuovo, efficace protocollo terapeutico", dichiara Boccaccio.

  • Agenzia Zadig