Una firma molecolare per il tumore dell’ovaio

Ultimo aggiornamento: 24 agosto 2018

Un gruppo di ricerca italiano ha scoperto quali sono le caratteristiche molecolari che permettono di stabilire se il tumore ovarico agli stadi iniziali è destinato a ripresentarsi oppure no.

Titolo originale dell'articolo: Association between miR-200c and the survival of patients with stage I epithelial ovarian cancer: a retrospective study of two independent tumour tissue collections

Titolo della rivista: Lancet Oncology

Data di pubblicazione originale: 1 marzo 2011

In base all'espressione di piccole molecole di RNA chiamate microRNA è ora possibile scoprire se un tumore dell'ovaio di stadio 1, quindi nelle sue fasi più precoci, si ripresenterà dopo il trattamento iniziale. Lo afferma uno studio pubblicato su Lancet Oncology e coordinato, anche grazie a fondi AIRC, da Maurizio D'Incalci del Dipartimento di oncologia dell'Istituto Mario Negri di Milano.

Lo studio ha preso il via una decina di anni fa e ha coinvolto 144 donne con tumore ovarico allo stadio 1 che sono state seguite per nove anni a partire dalla diagnosi, grazie anche alla collaborazione dei medici e ricercatori dell'Ospedale San Gerardo di Monza e dell'Ospedale Sant'Anna di Torino.

Per il tumore ovarico in stadio iniziale esiste quella che viene definita una "firma molecolare" legata alle caratteristiche di espressione del materiale genetico che definisce l'andamento della malattia. In altre parole, analizzando i campioni di tessuto tumorale prelevati dalle donne coinvolte nello studio, i ricercatori hanno individuato un insieme iniziale di 34 piccole molecole - i microRNA - potenzialmente utili per stabilire il futuro del tumore (probabilità di sopravvivenza, recidiva eccetera) e dopo una serie di analisi, hanno ridotto il numero dei possibili indicatori utili fino ad arrivare a un solo microRNA: la molecola miR-200c.
"L'associazione di questo microRNA alla prognosi della malattia è molto forte, sia dal punto di vista biologico sia da quello statistico" conferma il giovane ricercatore Sergio Marchini, principale responsabile della parte biologica del lavoro. "Questi dati sono dunque di grande importanza per scegliere le terapie più appropriate".

Questo studio, portato a termine grazie a sofisticate tecnologie di laboratorio e a complesse tecniche informatiche, si inserisce perfettamente nel filone dell'oncologia molecolare di punta. "Una parte importante della ricerca oncologica si basa oggi sulla ricerca di nuovi marcatori molecolari che consentano una diagnosi più precoce e precisa e permettano di prevedere l'andamento della malattia insieme all'efficacia delle cure" conclude D'Incalci.

  • Agenzia Zoe