AIRC piange la scomparsa di chi, nel 1965, quando la parola
cancro era ancora un tabù impronunciabile, ebbe il coraggio,
insieme a Giuseppe Della Porta, di immaginare la nascita della
prima charity italiana sul modello di quelle americane per favorire
la ricerca in questo settore. Negli anni, Veronesi ha accompagnato
AIRC, con la sua testimonianza civile e scientifica, contribuendo a
farla diventare il maggior finanziatore privato della ricerca
oncologica in Italia.
"Umberto Veronesi faceva parte di una generazione di medici
che hanno fatto la storia della medicina in Italia e che sono
cresciuti all'interno dell'Istituto Tumori di Milano, il primo
luogo di cura che ha approcciato la malattia oncologica con
l'occhio della modernità", ricorda Pier Giuseppe Torrani,
Presidente AIRC e FIRC. "Tutti i malati oncologici, e AIRC in
particolare, devono molto alla sua lungimiranza di medico e
scienziato e alla sua instancabile tenacia nel perseguire
l'obiettivo di terapie più umane, efficaci e accessibili a
tutti".
Fin dalle prime campagne di informazione e di raccolte fondi,
Veronesi è stato il portavoce di AIRC sui media e presso le
istituzioni. Fu sua l'idea di riunire la borghesia industriale
milanese, i suoi amici personali e i suoi contatti di figura
pubblica intorno a una causa che interessava tutti: AIRC è nata
così, con l'appoggio affettivo e fattivo della parte più produttiva
di Milano. Con il costante impegno di Veronesi e sotto la lunga
presidenza lungimirante di Guido Venosta AIRC si è trasformandosi
in pochi decenni da associazione solo milanese a realtà presente in
tutto il territorio nazionale che oggi può contare su 4 milioni e
mezzo di sostenitori.
A Veronesi si deve la nascita della Giornata per la Ricerca sul
Cancro nel 1998, una delle attività più qualificanti di AIRC, che
ancora oggi ogni anno informa la cittadinanza sui risultati
raggiunti per la cura del cancro e sull'importanza di sostenere il
lavoro dei ricercatori. Gli appassionati interventi di Umberto
Veronesi al Palazzo del Quirinale, davanti al Capo dello Stati e
alla platea di rappresentanti delle istituzioni e del mondo della
scienza, facevano breccia nei cuori delle persone e moltiplicavano
l'impegno collettivo a sostegno della missione di AIRC.
Nel 2015, in occasione del Cinquantesimo di AIRC, Veronesi è
stato insignito del Premio AIRC 'Credere nella Ricerca' per aver
lanciato con Giuseppe Della Porta una sfida storica a colleghi e
cittadini in un'epoca in cui il cancro era un male innominabile per
dare alla ricerca oncologica la visione e il sostegno necessari per
rendere il cancro più curabile.
Tra i contributi più significativi di Veronesi, ricordiamo
l'impegno per umanizzare le cure oncologiche e per favorire la
nascita di una cultura medica attenta ai bisogni del paziente. AIRC
ricorda in particolare l'innovazione portata dall'introduzione
della quadrantectomia e dell'analisi del linfonodo sentinella che
ha radicalmente migliorato la qualità di vita delle donne operate
per tumore al seno. Oggi questo approccio è diventato lo standard
per la chirurgia di questa patologia in Italia e in tutto il
mondo.
"Ho condiviso la sua passione per la ricerca e la sua
lungimiranza come scienziato, oltre che la sua umanità come medico
negli anni che ambedue abbiamo passato all'Istituto tumori di
Milano", ricorda Maria Ines Colnaghi, Direttore Scientifico di AIRC
dal 2000 al 2015. "La nostra Associazione, nata per sostenere
l'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano dove entrambi iniziammo
la nostra avventura, e che oggi finanzia l'80 per cento della
ricerca oncologica nel nostro Paese, deve a lui non solo la propria
nascita, ma anche lo spirito con cui negli anni ha proseguito e
ampliato la propria attività. Uno spirito che tutti noi di AIRC
abbiamo fatto nostro e che resterà la nostra guida per il
futuro".