Una grande piattaforma per lo studio mirato del cancro gastrico

Ultimo aggiornamento: 18 novembre 2019

Una grande piattaforma per lo studio mirato del cancro gastrico

Titolo originale dell'articolo: AA comprehensive PDX gastric cancer collection captures cancer cell intrinsic transcriptional MSI traits

Titolo della rivista: Cancer Research

Data di pubblicazione originale: 4 ottobre 2019

L'hanno messa a punto ricercatori dell'Istituto di Candiolo-IRCCS ed è costituita da più di 100 modelli animali, ovvero topi con tumori derivati direttamente da pazienti, per lo studio delle caratteristiche molecolari delle varie forme di malattia e la ricerca di nuovi bersagli terapeutici

Individuare da un lato nuovi bersagli terapeutici e dall'altro strategie di trattamento mirate alla malattia di ogni paziente affetto da un determinato tipo di tumore è un obiettivo fondamentale della ricerca oncologica. Esattamente l'obiettivo sul quale – nel caso del tumore dello stomaco – è ora possibile lavorare con sempre maggiore accuratezza, grazie a una speciale piattaforma di topi di laboratorio trapiantati con tumori derivati da pazienti. La piattaforma è stata messa a punto con il sostegno di Fondazione AIRC dal gruppo di ricerca coordinato da Silvia Giordano dell'Istituto di Candiolo-IRCCS e dell'Università di Torino ed è stata descritta a ottobre in un articolo pubblicato sulla rivista Cancer Research. Al momento è la più grande collezione di xenotrapianti di tumori gastrici esistente in un istituto di ricerca non profit.

 

Tecnicamente questi topi si chiamano PDX, dalla traduzione dall’ inglese di “xenotrapianti derivati da pazienti”. In pratica sono topolini nei quali vengono trapiantati tumori umani e dai quali è possibile derivare anche linee cellulari e organoidi. Giordano e collaboratori ne hanno sviluppati più di 100, relativi ad altrettante forme di cancro gastrico con caratteristiche istologiche e molecolari specifiche. “Alcune forme sono molto rare e riguardano solo il 2-3 per cento dei pazienti” spiega Giordano. “Per questo è stato necessario sviluppare un numero così elevato di PDX, in modo da avere la più ampia rappresentazione possibile dei vari tipi di tumore dello stomaco.”

 

Disporre di questi modelli animali è ancora oggi fondamentale per vari motivi. “In primo luogo, lavorando in parallelo con più topi con lo stesso tumore si può individuare la strategia terapeutica migliore per quella specifica malattia, cosa che ovviamente non si può fare nei singoli pazienti, che ricevono un tipo di trattamento” afferma la ricercatrice. Naturalmente si tratta di uno strumento sperimentale che non può essere utilizzato in clinica per orientare la terapia dei singoli pazienti, ma potrebbe permettere di chiarire quali strategie terapeutiche potrebbero essere più adeguate in un tipo di tumore o in un altro. “In secondo luogo si possono cercare bersagli molecolari per nuove terapie, sia partendo dalle caratteristiche dei singoli carcinomi per ipotizzare e valutare l'efficacia di trattamenti già in uso per altre malattie, sia per uno screening a tappeto di diverse molecole alla ricerca di quelle più promettenti.”

 

Infine i PDX permettono un'analisi raffinata delle caratteristiche molecolari dei singoli tumori, che per esempio ha già consentito una suddivisione precisa dei tipi di carcinomi presenti nella piattaforma, per esempio in base ai diversi livelli di instabilità del genoma e dei sistemi di riparazione del DNA. “Sappiamo che, in generale, più è elevata questa instabilità e dunque maggiore è il numero di mutazioni nel DNA dei pazienti, e migliore è la risposta ad approcci di immunoterapia” conclude Giordano. “La nostra analisi, tuttavia, ci ha permesso di individuare un sottogruppo di tumori caratterizzati da bassa instabilità che sembrano comunque avere una buona probabilità di risposta all'immunoterapia.”

  • Valentina Murelli