Una firma molecolare sembra predire l'aggressività del glioblastoma

Ultimo aggiornamento: 10 aprile 2019

Una firma molecolare sembra predire l'aggressività del glioblastoma

Titolo originale dell'articolo: Inducing cancer indolence by targeting mitochondrial Complex I is potentiated by blocking macrophage-mediated adaptive responses

Titolo della rivista: Genome Biology

Data di pubblicazione originale: 13 febbraio 2019

Alcune molecole di RNA potrebbero essere utilizzata per un nuovo sistema di classificazione di questo tumore, con proprietà differenti tra pazienti maschi e femmine. Un risultato importante per personalizzare le terapie esistenti e sviluppare nuovi approcci.

Inosinoma è una parola gergale e poco conosciuta. Per pochi addetti ai lavori indica l'insieme delle modificazioni che un gruppo di enzimi chiamati ADAR può apportare alle molecole di RNA. “Questi enzimi trasformano uno dei mattoncini di base dell'RNA, l'adenosina, in un altro mattoncino, l'inosina, contribuendo, insieme ad altri meccanismi, a ottenere l'enorme varietà di proteine delle quali disponiamo a partire da un numero limitato di geni.” Ne parla Angela Gallo, responsabile del laboratorio di RNA editing dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, che con il suo gruppo di ricerca ha appena pubblicato sulla rivista Genome Biology i risultati di uno studio che mostrano come il profilo dell'inosinoma possa essere un importante indicatore prognostico nel glioblastoma, soprattutto per le pazienti donne.

“Il glioblastoma è un tumore cerebrale molto aggressivo, per il quale purtroppo non abbiamo ancora una terapia efficace” dichiara Gallo, tra i pochi ricercatori nel mondo a indagare il possibile coinvolgimento degli enzimi ADAR nel cancro. “L'obiettivo è capire che cosa succede in una cellula quando questi enzimi così importanti non funzionano bene.” Per questo studio la ricercatrice e i suoi collaboratori, sostenuti dal contributo fondamentale di AIRC, hanno confrontato le modificazioni degli RNA cerebrali di pazienti con glioblastoma con quelle di individui senza la malattia, scoprendo che sono effettivamente molto diversi. D'altra parte, i ricercatori hanno anche osservato che nell'85 per cento dei tumori risulta assente uno degli enzimi ADAR, quello che sembra coordinare l'attività degli altri.

Non solo: “Abbiamo anche verificato che, rispetto alle caratteristiche dell'inosinoma, i tumori possono essere classificati in due gruppi principali quelli con più modificazioni e quelli con meno modificazioni in corrispondenza di particolari RNA. L'appartenenza a questi due gruppi sembra avere un valore prognostico, differente però per i pazienti maschi e per le femmine”. Osservando le caratteristiche dell'inosinoma si possono quindi individuare i pazienti – e soprattutto le pazienti – nei quali il tumore è più aggressivo e indirizzarli verso terapie più immediate e potenti. Infine, l'analisi molecolare ha permesso di scoprire un RNA la cui alterazione sembra favorire lo sviluppo del tumore. Gallo e collaboratori stanno ora cercando di mettere a punto possibili strategie per bloccare tale RNA alterato.

  • Valentina Murelli