Una nuova speranza per i bambini con un grave tumore cerebrale

Ultimo aggiornamento: 1 aprile 2021

Una nuova speranza per i bambini con un grave tumore cerebrale

I tumori intrinseci del ponte sono neoplasie molto aggressive ancora difficili da curare. Dalla ricerca preclinica arriva però una terapia che potrebbe essere promettente.

Un gruppo di ricercatori del Children’s Cancer Institute di Sidney (Australia) ha scoperto, che combinando due molecole che agiscono su una via metabolica che favorisce la proliferazione delle cellule, si ottiene un’attività antitumorale significativa contro i tumori intrinseci del ponte. Il cosiddetto “ponte” è una struttura anatomica che si trova alla base del cervello. L’approccio terapeutico è ancora in fase preclinica, ma accende la speranza di potere finalmente curare più efficacemente questi tumori estremamente aggressivi.

Esistono purtroppo tumori maligni che ancora oggi risultano fatali nella maggior parte dei casi, e tra questi vi sono alcuni tumori del sistema nervoso centrale che colpiscono i bambini. I gliomi maligni e i tumori intrinseci del ponte sono la prima causa di morte per tumore cerebrale in età pediatrica: meno del 10 per cento dei bambini è vivo due anni dopo la diagnosi. In Italia, ogni anno questi tumori colpiscono 25-30 bambini.

I ricercatori australiani hanno deciso di concentrare la loro attenzione su una particolare via metabolica, quella delle poliammine. Le poliammine sono composti organici contenenti azoto, generati dalla degradazione degli amminoacidi. Ne fanno parte la putrescina e la cadaverina, che devono il loro nome al fatto di essere prodotte nei tessuti animali in putrefazione. Le poliammine vengono però sintetizzate e utilizzate anche dalle cellule di organismi ancora in vita e rivestono ruoli importanti per la crescita e la proliferazione.

Avendo osservato che la produzione di poliammine era più elevata del normale nei tumori intrinseci del ponte, i ricercatori hanno provato a trattare le cellule dei pazienti cresciute in coltura in laboratorio con due molecole, una che inibisce la sintesi delle poliammine e una che ne inibisce il trasporto dentro e fuori la cellula. L’incubazione con queste due molecole (DFMO e AMTX 1501) non solo riduceva la proliferazione delle cellule tumorali, ma ne stimolava la morte (apoptosi). Sperimentata in diversi animali di laboratorio, la combinazione delle due molecole era in grado di aumentare la sopravvivenza degli animali ammalati.

I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Nature Communications, forniscono le basi per l’avvio di studi clinici in cui valutare la combinazione delle molecole che inibiscono la via metabolica delle poliammine in pazienti affetti da tumori intrinseci del ponte. Da notare che la combinazione studiata aveva già dato risultati interessanti in una precedente ricerca sul neuroblastoma, un altro tipo di tumore cerebrale. A quella ricerca avevano collaborato molti dei ricercatori australiani che hanno realizzato lo studio sui tumori del ponte e il gruppo di Giovanni Perini dell’Università di Bologna, sostenuto da Fondazione AIRC.

  • Agenzia Zoe