Tumori al seno: scoperto il tratto che li rende più aggressivi

Ultimo aggiornamento: 24 agosto 2018

Uno studio condotto a Trieste identifica alcuni elementi fondamentali dell'aggressività dei tumori alla mammella. La scoperta permette di caratterizzare meglio la malattia e predirne l'esito e offre la possibilità di fare previsioni sulla risposta delle p

Titolo originale dell'articolo: A Pin1/Mutant p53 Axis Promotes Aggressiveness in Breast Cancer

Titolo della rivista: Cancer Cell

Data di pubblicazione originale: 1 luglio 2011

Sono due le caratteristiche che, in special modo, renderebbero i tumori al seno particolarmente aggressivi: la presenza nelle cellule maligne di mutazioni che trasformano la proteina p53 in un pericoloso promotore tumorale e l'espressione a livelli abnormi dell'enzima Pin1.

Nelle cellule cancerose p53 mutata influenza notevolmente lo sviluppo del tumore, questo si sapeva. Ora, però, una nuova tessera determinante è stata aggiunta al complesso mosaico del carcinoma mammario: p53 mutata e Pin1, insieme, rendono le cellule del cancro particolarmente aggressive e in grado di migrare e invadere altri tessuti.

La ricerca è stata pubblicata dalla rivista Cancer Cell ed è frutto di uno studio condotto da un team internazionale di ricerca guidato da Giannino Del Sal, dell'Università di Trieste e del Laboratorio nazionale CIB presso AREA Science Park di Trieste.

Questa scoperta ha una rilevanza clinica molto significativa: una prognosi basata sull'analisi di p53 e di Pin1 presenti nelle cellule tumorali, permetterebbe di individuare, tra i diversi casi di carcinoma mammario, quelli che non rispondono in maniera efficace alle terapie, in particolare a un certo tipo di chemioterapia.

La scoperta effettuata da Del Sal e collaboratori rappresenta un importante progresso nella comprensione del carcinoma mammario e fornisce al tempo stesso potenziali nuovi strumenti per condurre analisi prognostiche più efficienti e per identificare bersagli per lo sviluppo di terapie innovative e specifiche.

Inoltre, la sua valenza non si ferma solo ai tumori al seno: i tumori che presentano lo stesso tipo di mutazioni potrebbero rivelare aspetti simili a quelli riscontrati nei carcinomi mammari. In questo caso le implicazioni cliniche della scoperta potrebbero essere maggiori e coinvolgere anche altre forme tumorali.

Questo studio è stato condotto anche grazie a finanziamenti di AIRC, tra cui il Programma speciale di oncologia clinica molecolare realizzato con fondi raccolti grazie al 5 per mille.

  • Agenzia Zoe