Nuovi marcatori per le fasi iniziali del tumore del seno

Ultimo aggiornamento: 23 agosto 2018

Una ricerca internazionale alla quale hanno preso parte anche ricercatori italiani ha individuato nuovi possibili bersagli molecolari per una terapia sempre più precoce del tumore della mammella.

Titolo originale dell'articolo: EGF decreases the abundance of microRNAs that restrain oncogenic transcription factors

Titolo della rivista: Sci Signal

Data di pubblicazione originale: 1 giugno 2010

Ventitre piccoli frammenti di RNA possono fare la differenza tra una cellula mammaria sana e una tumorale: lo hanno scoperto i ricercatori dell'Istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma in collaborazione con colleghi israeliani e norvegesi. I 23 microRNA (questo il nome corretto dei frammenti di materiale genetico), sono molto importanti nello sviluppo dei tumori. Sono infatti regolatori dei geni coinvolti nella formazione e nella progressione del cancro. Lo studio internazionale, pubblicato sulla rivista Science Signaling, ha ribadito ancora una volta il loro ruolo di primo piano nella regolazione dell'attività genica.

Nelle cellule del tumore del seno i microRNA sono presenti in quantità minore che nelle cellule sane. Questa differenza innesca una serie di eventi molecolari che favorisce la crescita abnorme delle cellule del tumore. La concentrazione di microRNA può quindi essere utilizzata come segnale di misurazione per distinguere le cellule malate da quelle sane in fase molto precoce.

"Questa ricerca ci aiuta a capire meglio i passaggi che portano alla trasformazione tumorale delle cellule" spiega Paola Muti, direttore scientifico dell'istituto romano "con lo scopo finale di intervenire nelle fasi iniziali della malattia o di evitare del tutto che questa si sviluppi". Si tratta infatti di agire prima che le alterazioni colpiscano i geni.

"È un approccio che apre nuove possibilità di prevenzione e non solo di terapia" dice Muti. "Si tratta in pratica di intervenire prima ancora che il tumore si sviluppi e che si verifichi il danno genetico".

  • Agenzia Zoe