Nuove vie portano alla diagnosi precoce

Ultimo aggiornamento: 24 agosto 2018

Uno studio internazionale effettuato su campioni di tessuto provenienti da pazienti con cancro del pancreas allo stadio iniziale svela quali sono le strade percorse dalla cellula per diventare maligna.

Titolo originale dell'articolo: Pancreatic cancer genomes reveal aberrations in axon guidance pathway genes

Titolo della rivista: Nature

Data di pubblicazione originale: 1 novembre 2012

Contro il tumore al pancreas, le armi sono ancora spuntate. E la ricerca oncologica è indietro, in questo rispetto ad altri tumori, per via delle caratteristiche intrinseche alla malattia, che si presenta complessa dal punto di vista molecolare.

Per questo non stupisce che la prestigiosa rivista Nature abbia pubblicato un importante studio internazionale di genetica del tumore del pancreas, guidato da un gruppo di ricerca australiano ma a cui hanno partecipato, tra gli altri, anche due ricercatori italiani finanziati da AIRC: Gianpaolo Tortora, del Dipartimento di chirurgia oncologica, e Aldo Scarpa, del Centro ARC-NET per la ricerca applicata sul cancro dell'Università di Verona.

Grazie agli sforzi di scienziati di una decina di Paesi partecipanti, è stato possibile identificare due nuovi percorsi che, dalla mutazione genetica fino alla formazione di una nuova massa all'interno del pancreas, inducono la formazione del cancro. Secondo il principale autore dello studio, Andrew V. Biankin del Kinghorn Cancer Centre di Sydney, in Australia, l'obiettivo è di identificare alterazioni precoci che possano essere usate per una diagnosi il più possibile tempestiva, l'unica che consente di salvare la vita ai malati. Inoltre conoscere l'intero percorso molecolare consentirà di costruire a tavolino farmaci in grado di interferire con i passaggi chiave. Con questo studio si completa, infine, la mappa dei geni coinvolti nel cancro del pancreas, una premessa indispensabile alla creazione di nuove terapie.

I tessuti provenienti da 142 pazienti con la malattia identificata agli stadi 1 e 2 (cioè i più precoci) sono stati analizzati presso quattro grandi centri internazionali di sequenziamento del genoma e hanno portato all'identificazione di 1982 diverse mutazioni che portano a cambiamenti nella produzione di una proteina e in ben 1628 mutazioni che influiscono sulla struttura dei cromosomi, i "pacchetti" di DNA contenuti nel nucleo della cellula. In sostanza, i ricercatori si sono trovati davanti a una montagna di errori nel DNA delle cellule malate, tra i quali hanno dovuto identificare quelli responsabili del tumore, il che è stato possibile solo per la numerosità dei campioni raccolti in luoghi diversi del mondo.

Al termine di un lavoro certosino di selezione, l'attenzione si è concentrata su alcuni geni coinvolti nella modificazioni della cromatina, una proteina che influenza il modo con cui il DNA viene compattato all'interno della cellula e orienta la distribuzioni degli assoni, i filamenti delle cellule nervose che fungono da collegamento tra un neurone e l'altro. Si tratta di geni che finora non erano stati messi in relazione con questo tipo di tumore e ciò apre nuove interessanti prospettive per la ricerca, come ogni volta in cui si trovano sentieri inesplorati.

Infine, questo è uno dei primi studi genetici effettuati su campioni di tessuto pancreatico provenienti direttamente dai tumori asportati ai pazienti: in genere, anche a causa della piccolezza delle lesioni, si studiano le alterazioni in cellule tumorali coltivate in laboratorio che, non avendo modo di interagire con l'ambiente come invece accade all'interno dell'organismo, costituiscono un modello incompleto della malattia.

  • Agenzia Zoe