Le “mammosfere” svelano le staminali del cancro

Ultimo aggiornamento: 24 agosto 2018

Un gruppo di ricercatori sostenuto da AIRC ha messo a punto un metodo per individuare e isolare le cellule responsabili dell'aggressività e delle recidive del tumore al seno.

Titolo originale dell'articolo: Functional purification of human and mouse mammary stem cells

Titolo della rivista: Methods in Molecular Biology

Data di pubblicazione originale: 1 gennaio 2012

Qualche anno fa un gruppo dell'Istituto europeo di oncologia di Milano, coordinato da Salvatore Pece e diretto da Pier Paolo Di Fiore e Pier Giuseppe Pelicci, ha fatto un'importante scoperta, descritta sulla rivista Cell: l'aggressività di un tumore al seno dipende da quante cellule staminali tumorali contiene. Nei tumori più indifferenziati e aggressivi (i cosiddetti G3) c'è infatti un maggior numero di staminali tumorali rispetto a quelli più differenziati (i cosiddetti G1).

Ma come riconoscere le cellule staminali dalle altre, per esempio per caratterizzare meglio la malattia e affrontarla con la strategia più adatta?
Nell'ambito del Programma speciale di Oncologia clinica molecolare sostenuto con i fondi del 5 per mille ad AIRC, Pier Paolo Di Fiore e i suoi collaboratori hanno messo a punto un metodo innovativo per isolare queste cellule.

La tecnica, descritta sulle pagine della rivista Methods in Molecular Biology, non si basa sulle caratteristiche morfologiche delle cellule né sulla presenza di marcatori sulla loro superficie. Questi approcci, infatti, si erano mostrati poco efficaci in passato perché anche altri tipi di cellule assomigliano alle staminali del cancro da questi punti di vista. Tipiche delle staminali del cancro al seno, invece, sono due proprietà funzionali: la prima è l'aspetto "a riposo", o comunque a basso grado di proliferazione, che hanno rispetto alla loro progenie. La seconda è la capacità di sopravvivere e proliferare anche staccate da un tessuto di ancoraggio, formando masserelle di forma sferica, dette "mammosfere", costituite da cellule originate da un unico precursore. In queste piccole strutture le staminali del tumore al seno si possono facilmente riconoscere perché si colorano selettivamente con una sostanza fluorescente chiamata PKH26. La colorazione si riduce progressivamente con la diluizione e nelle cellule figlie.
Una volta dissociate le mammosfere, quindi, il diverso grado di fluorescenza mostrato dalle cellule staminali consente di isolarle in modo da effettuare analisi molecolare e biologiche su una popolazione cellulare purificata e omogenea.

  • Agenzia Zadig