Tumore del polmone: fumo principale fattore di rischio, cresce nelle donne, cala tra gli uomini

Ultimo aggiornamento: 24 settembre 2018

Nell’Unione Europea per il 2018 si prevedono circa 277mila morti per tumore al polmone, patologia che per l’85-90% dei casi ha proprio nel fumo l’unico fattore di rischio.

Giovedì 31 maggio, in occasione della Giornata Mondiale senza Tabacco, l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro torna sull’emergenza tabacco con i risultati dello studio condotto dalla ricercatrice AIRC Eva Negri e pubblicati sulla rivista Annals of Oncology.

I dati parlano chiaro: per il 2018 nell’Unione Europea si prevedono circa 277.600 morti (183.100 uomini e 94.500 donne) per tumore del polmone, una patologia che per l’85-90% dei casi ha proprio nel fumo l’unica causa e il solo fattore di rischio. Di questi circa 33.700 (23.700 uomini e 10.000 donne) si verificheranno in Italia. Si stima, inoltre, che per quest’anno il cancro al polmone sarà il tumore con i tassi di mortalità più elevati sia negli uomini, dove però è in calo, sia nelle donne, dove invece registra un netto aumento.

Negli uomini il tumore del polmone, per parecchie decadi, è stato il tipo di tumore con i più alti tassi di mortalità, ma i numeri sono in forte diminuzione - spiega Eva Negri dell’Università di Milano - Nelle donne dell’Unione Europea, invece, i tassi di mortalità sono in aumento (+6% tra il 2012 e il 2018), tanto da arrivare a superare quelli del tumore alla mammella. Questa tendenza riflette gli andamenti delle abitudini al fumo di sigaretta nel passato. Nelle donne il fumo di sigaretta si è diffuso più tardi che negli uomini, a partire dagli anni ’70. Quelle che erano ragazze in quel periodo hanno fumato molto di più delle donne delle generazioni precedenti e le conseguenze si vedono a distanza di decadi”.

Un altro fronte che desta particolare preoccupazione è quello legato alla diffusione della sigaretta tra i giovani: più di un ragazzo su cinque, in Italia, è un fumatore abituale. È quanto emerge dal Rapporto annuale dell’Osservatorio nazionale fumo, alcol e droga dell’Istituto superiore di sanità che analizza i dati del Rapporto sul fumo in Italia, elaborato ogni anno. Nella fascia d’età tra i 15 e i 24 anni consuma abitualmente tabacco il 22% dei ragazzi. In media i giovani iniziano a fumare intorno ai 17 anni, ma il 13% dei fumatori comincia prima dei 15 anni.

Numeri che fanno del fumo una vera emergenza anche per l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro che, per il 2018, ha investito oltre 3 milioni di euro per sostenere 28 progetti di ricerca sul cancro al polmone. I ricercatori AIRC sono impegnati su diversi fronti: dallo studio di nuovi strumenti di diagnosi precoce all’individuazione delle caratteristiche molecolari dei vari tipi di tumori, fino alla sperimentazione di terapie mirate. Per approfondimenti segnaliamo la disponibilità di alcuni ricercatori finanziati AIRC con all’attivo numerose pubblicazioni sulle più autorevoli riviste scientifiche internazionali.

Rita Mancini

Università “La Sapienza” di Roma

Da anni l’obiettivo di molti gruppi di ricerca è trovare un modo per eliminare le cellule staminali del tumore del polmone, in modo da bloccare la crescita incontrollata del cancro. La ricercatrice e il suo gruppo hanno scoperto un possibile meccanismo responsabile della crescita del tumore al polmone. Le implicazioni potrebbero essere importanti, specialmente perché riguardano un tipo di tumore, l'adenocarcinoma polmonare, che ha un’elevata mortalità e un'alta incidenza nei fumatori. Oncogene

Ugo Pastorino

IRCCS Fondazione Istituto Nazionale Tumori, Milano  

Lo studio condotto da Pastorino ha dimostrato che nei pazienti con tumore polmonare operabile, elevati livelli di proteina C-reattiva (PCR), prima e dopo l'intervento chirurgico, sono un importante indicatore di mortalità per tutte le cause, compreso il cancro. Ora si cerca di capire se riducendo i livelli della PCR, con modifiche nello stile di vita e attraverso l'utilizzo di farmaci antinfiammatori, è possibile abbattere il rischio. European Journal of Cancer

Emilio Bria

Università di Verona

Il gruppo di ricerca guidato da Bria ha individuato alcune caratteristiche cliniche legate alla prognosi più negativa in caso di tumore del polmone. Sulla base dei risultati dello studio è possibile sapere quali pazienti con carcinoma a cellule squamose hanno bisogno di un trattamento chemioterapico aggressivo dopo un intervento di resezione. Il prossimo passo sarà individuare ulteriori marcatori prognostici. Journal of Thoracic Oncology

Il progetto scuole di AIRC

L’impegno di AIRC contro il fumo non si esaurisce nel sostegno alla ricerca oncologica, ma inizia già a scuola, dove l’Associazione da anni offre a insegnanti e studenti strumenti didattici, incontri e attività ludiche per informare e sensibilizzare i più giovani su quanto sia importante non iniziare a fumare e convincere a smettere chi lo fa. Tra gli strumenti proposti anche L’Isola dei Fumosi, un videogioco educational sviluppato da AIRC per informare sulla prevenzione, sui danni provocati dal fumo, sui progressi della ricerca oncologica, il tutto attraverso un percorso ludico interattivo e le “schede del ricercatore” per fare lezione in classe.

AIRC: Dal 1965 con coraggio, contro il cancro

Da oltre cinquant’anni l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro sostiene progetti scientifici innovativi grazie a una raccolta fondi trasparente e costante, diffonde l’informazione scientifica, promuove la cultura della prevenzione nelle case, nelle piazze e nelle scuole. Oggi conta su 4 milioni e mezzo di sostenitori, 20mila volontari e 17 comitati regionali che garantiscono a circa 5.000 ricercatori - 63% donne e 54% ‘under 40’ - le risorse necessarie per portare nel più breve tempo possibile i risultati dal laboratorio al paziente. Dalla fondazione a oggi AIRC ha distribuito oltre 1 miliardo e trecento milioni di euro per il finanziamento della ricerca oncologica (dati attualizzati e aggiornati al 1 gennaio 2018)

Per saperne di più, scrivete a comunicazione(at)airc.it.